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Vertenza Tas, la sede di Parma è salva: ma 17 hanno perso il posto

Sono stati necessari oltre 100 ore di sciopero con presidi a Parma e Bologna e 6 mesi di trattative per arrivare ad un accordo dopo che la Tas aveva annunciato la chiusura della sede di Parma

Sono stati necessari oltre 100 ore di sciopero con presidi a Parma e Bologna e 6 mesi di trattative, che hanno visto il coinvolgimento anche delle istituzioni (Provincia di Parma e Regione Emilia-Romagna), per arrivare ad un accordo dopo che la Tas S.p.a. (ex Data Systems), lo scorso 12 luglio, aveva annunciato la chiusura della sede di Parma ed il trasferimento di parte dei 90 dipendenti a Bologna e Milano.

L’accordo, approvato dall’assemblea dei lavoratori, a cui ne è seguito un altro per l’introduzione e regolamentazione del telelavoro in tutte le unità produttive Tas, prevede: il mantenimento a Parma di un’unità produttiva composta da 19 lavoratrici e lavoratori (fra cui 2 disabili); la revoca del trasferimento per altri 13 lavoratori dell’area banche almeno fino al prossimo 30 giugno; la corresponsione di indennità economiche per 9 mesi per chi sarà trasferito e la messa a disposizione di un paio di auto aziendali (care sharing); il riconoscimento e la rimodulazione di contratti part time nonché la trasformazione, per 9 mesi rinnovabili, di almeno 7 rapporti di lavoro in regime di telelavoro. Infine, 10 dipendenti hanno avuto accesso alla mobilità volontaria.

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Rispetto ai numeri riportati, va ricordato che, dall’annuncio della chiusura di Parma, sono stati 17 le lavoratrici e i lavoratori dimessi con il conseguente impoverimento di professionalità e fatturato, spesso a favore della concorrenza, cosa che le organizzazioni sindacali avevano previsto e chiesto a Tas di scongiurare dando garanzie occupazionali a tutti i dipendenti.

“L’accordo raggiunto - spiega Davide Fellini, segretario della Fiom Cgil di Parma – consente di garantire un minimo di tutele a lavoratrici e lavoratori che, senza alcuna responsabilità, si sono visti stravolgere, alla faccia della “monotonia” del posto fisso, la propria vita. Consente anche di mantenere a Parma un presidio operativo di un’importantissima realtà del settore dell’informatica che, auspichiamo, possa tornare ad avere un ruolo importante nel nostro territorio sia in termini occupazionali sia di eccellenza produttiva e tecnologica, chiedendo fin da ora un rinnovato impegno in tal senso anche alle istituzioni. Tuttavia, restiamo convinti che le difficoltà economiche e finanziarie di Tas S.p.a. non siano risolte con l’operazione attuata sulla sede di Parma per la semplice ragione, come più volte sostenuto e dimostrato, che Parma non ne era la causa”.

"Nei prossimi giorni - scrive la Cgil - sarà fissato un incontro sindacale durante il quale la società dovrà spiegare come intende procedere per conseguire un recupero di fatturato e di competitività dei propri prodotti e servizi tali da garantire un futuro agli oltre 450 dipendenti di Tas ed evitare che, fra qualche mese, siano ancora una volta chiamati i lavoratori a pagare per le scelte e le incapacità del management".
 

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