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Zanardo al D'Azeglio: "Perchè non reagire a donne oggetto in tv?"

L'autrice del documentario "Il corpo delle donne" a Parma per un incontro organizzato da CNA Impresa donna. Un dibattito sull'impatto e conseguenze dell'immagine mercificatoria della donna in tv

Ci si può far infilare sotto un tavolo di plexiglass, si può assumere la funzione di gambe del tavolo, passare molto tempo li sotto accucciata, mantenendo la leggerezza di un gioco senza che, da qualche parte recondita del nostro corpo non si produca una ferita? Cosa sentiamo noi al di qua dello schermo? Perchè accettiamo questa umiliazione continua? Di che cosa abbiamo paura?". Questi gli interrogativi che lascia "Il corpo delle donne", documentario realizzato da Lorella Zanardo, con Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù, trasmesso alla presenza dell'autrice al cinema d'Azeglio, nell'ambito dell'incontro organizzato da CNA Impresa Donna di Parma, con il patrocinio di Provincia e Comune di Parma. Sala affollata per assistere alla proiezione del documentario, dopo i saluti istituzionali da parte di Gualtiero Ghirardi, Presidente CNA Parma, Alessandra Siniscalchi, Presidente CNA Impresa Donna, Marcella Saccani, Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Andreana Bassanetti, Assessore comunale al Welfare. Ampio spazio al dibattitto alla presenza di giornaliste di ambito nazionale, come Cristina Sivieri Tagliabue, direttore Women Magazine, Marta Cagnola, Radio 24, e locale, con Monica Bertini, conduttrice di Bar Sport TV Parma.

Anni di lavoro all'estero e la presa di coscienza, nel tornare in Italia e accendere la tv, di quanto trasmesso e del messaggio per gli utenti. Spiega così Lorella Zanardo, la nascita del video di denuncia e la scelta di fare in modo che il messaggio arrivasse nel modo più diretto possibile. Questo il motivo della decisione, nel 2009, di realizzare un video breve, 25 minuti, e di pubblicarlo in rete. 4 milioni le visite, 6 le lingue nelle quali è stato tradotto. Un documentario che intende porsi come spartiacque, che non vuole essere attuale ma muovere le coscienze, per focalizzare l'attenzione sulla necessità di liberare l'immagine del corpo delle donne da un immaginario unicamente erotico.

"Non mi sento umiliata a vedere immagini simili – commenta la giornalista Monica Bertini -, perchè non mi metto a confronto con loro. Credo si possa sempre dire di no". "Nulla contro le veline, ognuno fa di se stesso ciò che vuole – replica Zanardo –. Mi interrogo sulla leicità di quanto le tv ci hanno abituato a vedere. Non si tratta certo dell'io lo farei o meno, ma del potere delle immagini e del loro impatto, specie su chi non ha strumenti di elaborazione come i bambini".

Non un problema di femminismo, ma del perchè si sia giunti a una tolleranza su tale rappresentazione delle donne, secondo Cristina Sivieri Tagliabue: "E' come se avessimo introiettato non solo un'immagine ma un modello di intrattenimento che neanche sappiamo di volere. Format tv basati su presupposti così semplici al punto che la diminutio del contenuto diventa un valore aggiunto". Creare il documentario e portarlo nelle scuole, confrontarsi con gli adolescenti per capire il loro punto di vista, il progetto dell'autrice: "Il messaggio è che se non appari non esisti. Ma dove eravamo quando è passato tutto questo? Perchè mancano altri modelli?", afferma amaramente Zanardo, ritenendo inesistenti le azioni da parte della politica circa la necessità di mettere in luce problemi come la scarsa presenza delle donne in ruoli di potere, e la critica, fine a se stessa, da parte di giornalisti "intellettuali radical chic" che, però, non hanno interesse a cercare un dialogo con chi vorrebbe lottare per un'alternativa.

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