Brown Sugar di Antonio Veneziani per la Giornata internazionale contro l'omotransbifobia
Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Una giornata dedicata alla difesa dei diritti delle persone gay, bisessuali, lesbiche e transessuali. In tutte le maggiori città si organizzerano eventi per richiedere a gran voce una legge contro l’omofobia e Noi ai #Diari Sabato 18 , per la riedizione di un libro cult come "Brown Sugar", ospiteremo il poeta Antonio Veneziani, autore di punta Hacca. ??? Sabato 18 maggio alle ore 18.00 alla libreria Diari di bordo di Parma in associazione con Agedo e L'Ottavo Colore per la Giornata Internazionale Contro l'Omotransbifobia, presentazione con Antonio Veneziani del libro "Brown Sugar, strade di polvere", Hacca Edizioni.
«I suoi versi lo precedevano. E lui ne fu all’altezza.» — Nicola Lagioia
«La presenza di Veneziani nel mondo è una presenza discreta, talvolta rabbiosa, sempre discontinua: alla ricerca perenne di una ragione per vivere. (…) La verità leggendaria del suo procedere è lì a premiarlo di ogni sventura che potrà patire in vita. Anche essere dimenticati.» — Dario Bellezza
«I personaggi di queste poesie-racconto sono vivi, oggetto dell’amore di un poeta che vorrebbe scrutarne la profonda intimità. (…) Alla ricerca della “vena nuda”, con un linguaggio trasparente e letterario, il poeta si aggira tra i corpi delle latrine, sperando di incontrare il grande amore e ogni volta trovando facce da criminali. Ciò che gli resta in mano è un pugno di parole, quelle di questi versi, che parlano di un’assenza inquietante, della paura di chi crede che insieme alla Realtà se ne sia andata per sempre anche la Generazione.» — Renzo Paris
I suoi versi lo precedevano di Nicola Lagioia
I suoi versi lo precedevano. E lui ne fu all’altezza.Ho conosciuto Antonio Veneziani nel 1998, fu una delle prime personalità del mondo letterario con cui venni a contatto quando, a venticinque anni, senza arte né parte, mi trasferii a Roma. Di Veneziani conoscevo le poesie di Brown Sugar, le prose di Fototessere del delirio urbano e poi I mignotti, l’inchiesta sulla prostituzione maschile che aveva realizzato insieme a Riccardo Reim. Era grazie a opere come quelle che, dietro la Roma mandata a memoria del secondo Novecento – la Roma di Federico Fellini e di Pier Paolo Pasolini, di Elsa Morante e di Alberto Moravia, di Amelia Rosselli e di Mario Schifano, e, dietro tutti loro, l’ombra lunga di un poeta senza tempo come Sandro Penna – si scorgeva una città diversa, una città notturna, sotterranea, sordida, viziosa, più vicina alle metropoli di William Burroughs che alle borgate del Riccetto. Gli anni Settanta erano passati sulla città cambiandole i connotati, era arrivato il glam e poi il punk, la discomusic e i travestiti, era arrivata l’eroina, era cambiata la prostituzione, il cuoio aveva sostituito il lino, il movimento di liberazione omosessuale aveva trovato (da Londra a Milano allesponde del Tevere) la voce e il corpo di Mario Mieli, e non aveva più paura a dire pane al pane e cazzo al cazzo. Se questo cambiamento la generazione precedente, per privilegio e handicap di anagrafe, lo aveva raccontato dal di fuori, quelli come Antonio Veneziani (o come Claudio Caligari, il regista di Amore tossico) ci erano dentro fino al collo, e infatti ne sono ancora oggi tra i testimoni più fedeli.