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In 3mila hanno riso col cabaret di "Zelig" all'Euro Torri di Parma

La rassegna "GiovedidEstate 2011" si è conclusa con un pieno di pubblico e di comicità: protagonisti i tre Emo, i due Senso D'oppio, Maurizio Lastrico e Andrea Sambucco. Ha condotto Manuela Boselli

Miglior conclusione per la sesta edizione della rassegna “GiovedidEstate” non avrebbe potuto esserci: un pieno di cabaret e di pubblico ieri sera (giovedì 28 luglio) all’Euro Torri di Parma, con quattro attrazioni comiche dello “Zelig” 2011 televisivo a imperversare sul palco per un’ora e mezza, di fronte a 3000 persone, e a firmare poi autografi per un’altra ora abbondante.

Il poeta dantesco Maurizio Lastrico, il maniaco delle telefonate anonime Andrea Sambucco, i due mimi-ballerini Senso D’oppio e il trio I Mancio e Stigma con l’irresistibile sketch degli Emo, hanno davvero divertito molto, costruendo uno show dinamico e incalzante che li ha visti alternarsi e pure interagire tra loro (con qualche azzeccata improvvisazione) sul palco di piazza Balestrieri, davanti all’ingresso a sud del centro commerciale, i cui negozi sono rimasti aperti fino a mezzanotte, com’era accaduto anche nei precedenti quattro giovedì della fortunata rassegna.

Ancora una volta, la serata è stata condotta in modo brillante da Manuela Boselli, supportata nell’occasione da Sambucco in duplice veste di comico e presentatore-spalla per gli altri tre. Anzi, triplice, perché la voce registrata del maniaco era sua. È stata proprio una telefonata a introdurre lo show, con minacce di morte e dialoghi surreali tra i lati A e B di Sambucco: “Morirai lunedì”. “Non posso, perché lavoro”.

Applauditissima la caba-dance dei Senso D’oppio, che, seguendo il filo logico delle parole di canzoni note, ne hanno fuse decine di ogni genere, mimandole e ballandole con ironia. Ma sono stati I Mancio e Stigma a suscitare il massimo calore, grazie anche ai tanti giovanissimi presenti, più simili ai fans di una rockband che a quelli di un trio di cabaret. Effetto degli Emo. Prima i tre si sono scaldati “in borghese” con una parodia dei Blues Brothers, ricca di battute: “Non si dice terrone. Si dice diversamente padano”. Poi si sono vestiti da Emo, adolescenti androgini dalle lunghe frange sugli occhi e dai sospiri seriali: “I nostri valori? La birra e il piercing”.

Tra una gag e l’altra si è palesato il monologo di Maurizio Lastrico, il momento più “alto” della serata. Strepitoso con i suoi endecasillabi ispirati a Dante, in particolare nel pezzo della Champions Lega. Commedia divina la sua, impreziosita da novità per il prossimo “Zelig” in tv, come l’omaggio al (finto) poeta napoletano Tino Capuozzo, “uno che ha scritto una poesia per ogni parola del vocabolario”. E Lastrico, da attore improvvisatore di formazione classica, ne ha dato tre esempi. Comici, ovviamente.

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