Rosso' di John Logan a Teatro Due
ROSSO di John Logan, traduzione Matteo Colombo con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña, luci di Nando Frigerio, regia Francesco Frongia , produzione Teatro dell'Elfo
Diventato uno degli artisti contemporanei più pagati - oltre 80 milioni di dollari è la cifra sborsata da un ignoto compratore da Christie's a New York nella primavera del 2012- Rothko è protagonista di Rosso, di John Logan in scena a Teatro Due sabato 29 marzo alle ore 21.00 e domenica 30 marzo alle ore 16.00, prodotto dal Teatro dell’Elfo con la regia di Francesco Frongia e l'interpretazione di Ferdinando Bruni nei panni del pittore d'origine lettone poi naturalizzato americano e Alejandro Bruni Ocaña alias Ken, il suo assistente con velleità da pittore.Da maggio 2012 oltre 20.000 spettatori in Italia hanno sancito il successo di Rosso, caso teatrale anche in madre patria, gli Stati Uniti, al Golden Theater di Broadway e a Londra al Donmar Warehouse (aggiudicandosi 6 Tony Award nel 2010). Logan è noto come sceneggiatore di molti capolavori cinematografici, dai film di Scorsese The Aviator e Hugo Cabret (che gli è valso una nomination per l'Oscar 2012), a Sweeney Todd di Tim Burton fino a Lincoln di Steven Spielberg, ma sconosciuto ai palcoscenici italiani.
La pièce è ispirata alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto che alla fine degli anni ‘50 ottenne la più ricca commissione della storia dell’arte moderna: una serie di murales per il ristorante Four Season di New York. Puntando i riflettori su quel periodo, Rosso mette in scena lo scontro teso e feroce tra due generazioni di artisti: Rothko, il maestro maturo, fronteggia Ken, il giovane allievo alla ricerca di un padre da mettere in discussione. "Il figlio deve scacciare il padre. Rispettarlo, certo, ma anche ucciderlo", sostiene Rothko ripercorrendo la propria storia, e ancora, "abbiamo distrutto il cubismo, io, di Kooning e Barnett Newman". Logan dipinge il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi intellettuali del '900, per il quale "la pittura è quasi interamente pensiero. Mettere il colore sulla tela corrisponde al dieci per cento del lavoro - sosteneva - il resto è attesa". Pittura ed estetica, etica e spiritualità, istinto e percezione, apollineo e dionisiaco, arte effimera o necessaria, opere o merci e prodotti: tutti temi che l'autore rende materia teatrale drammatica e struggente.
Informazioni e Biglietteria tel 0521/230242 – biglietteria@teatrodue.org www.teatrodue.org.