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Migliaia di Barbolini tornano nei fiumi della Regione

Il successo delle attività di fecondazione artificiale che hanno consentito di ottenere decine di migliaia di larve di barbo comune e di barbo canino, partendo da un numero ridotto di riproduttori,  rappresenta un importante contributo al ripristino della biodiversità

Il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma ha raggiunto un importante risultato scientifico nell’ambito del progetto Europeo LIFE BARBIE grazie all’applicazione di tecniche ittiogeniche innovative per la conservazione di specie ittiche a rischio.

Il successo delle attività di fecondazione artificiale che hanno consentito di ottenere decine di migliaia di larve di barbo comune e di barbo canino, partendo da un numero ridotto di riproduttori,  rappresenta un importante contributo al ripristino della biodiversità dei corsi d’acqua regionali.

Il novellame prodotto presso i centri ittiogenici di Corniglio e di Monchio delle Corti, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, è stato recentemente rilasciato negli affluenti emiliani del fiume Po (Parma, Lorno, Stirone,  Enza, Taro, Trebbia e Arda).  

I rilasci sono avvenuti in siti ritenuti idonei a seguito di uno studio di fattibilità e ad alcuni interventi di riqualificazione ambientale mirati anche al controllo delle specie alloctone invasive.

Il successo del progetto è dovuto alla proficua collaborazione dell’Università di Parma con gli Enti partner di progetto Ente Gestione Biodiversità Emilia occidentale (Parchi del Ducato), Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e spin off Gen-Tech e l’attiva partecipazione di volontari sul territorio.

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