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Luigi Alfieri: A Mantova un’iniziativa che si potrebbe importare anche a Parma 

"Avere una casa, un luogo in cui vivere, stare in tranquillità con la propria famiglia, cioè poter abitare la città in modo dignitoso è uno dei primi elementi d’inclusione sociale. Avere una casa significa una vita vissuta bene e non ai margini. Il problema abitativo è grande a Parma: molto spesso l’amministrazione comunale si trova a fronteggiare l’emergenza di occupazioni abusive e  di persone che vivono per strada.  A Mantova hanno programmato alcuni interventi innovativi: è una città vicina che si pone ai posti più altri della qualità della vita ed è giusto importare buone prassi e pensare di replicarle a Parma”. 

Così Luigi Alfieri, candidato sindaco per le amministrative di Parma 2017, interviene sul tema delle politiche abitative. 
“Il punto di partenza per Mantova è che il Comune ti aiuta, ma deve avere un ritorno: quindi chiede l’impegno del beneficiario ad aderire a una associazione o a collaborare a iniziative condivise nella zona in cui andrà a vivere. Così viene scardinata l’idea della sovvenzione senza nulla in cambio. Se ottieni una casa è perché hai voglia d’impegnarti per il quartiere in cui abiti e la comunità in cui ti riconosci. Mantova ha dato vita a un piano con soluzioni innovative rispetto al passato: oltre ad offrire un’abitazione a chi la cerca a prezzi contenuti chiede in cambio uno sforzo di partecipazione nella vita del quartiere.
Anche per Parma diventa necessario l’introduzione di un’Agenzia per la casa, un ente di coordinamento rispetto ai temi che esulano dall’Erp (edilizia residenziale pubblica): l’agenzia dovrà occuparsi di misure sulle morosità incolpevoli, di contributi destinati agli inquilini con sfratto esecutivo per finita locazione, di contributi sul contenimento dell’emergenza abitativa, di progetti di welfare di condominio. 
Inoltre, un elemento innovativo e che andrà incontro alle esigenze di giovani coppie e single sarà l’introduzione di affitti a canone calmierato e di fondi di garanzia: in chiave futura nell’ottica di un vero processo d’inclusione i beneficiari si dovranno impegnare a restituire una parte di affitto anticipato dal comune e a seguire il processo partecipativo di vita dei quartieri e della città in generale”.  

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