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La Cgil contro Iren: "Un altro disastro sulla pelle dei lavoratori"

La nota apparsa sul sito

Le notizie degli ultimi giorni sulla sentenza del Consiglio di Stato confermano ancora una volta che la gestione degli appalti sulla raccolta rifiuti da parte di Iren non può proseguire così. L’assegnazione di una parte del servizio di raccolta di un appalto iniziato alla fine del 2016 viene annullata, con un pesante risarcimento a carico di Iren che rischia di ricadere ancora una volta su lavoratori e cittadini.

I lavoratori impegnati in quel servizio sono più di cento e nel 2016 hanno dovuto sostenere, insieme ai sindacati di categoria, un percorso travagliato  per vedersi garantita l’applicazione del contratto di settore, visto che i ribassi sugli importi a gara tendono a scaricare sui lavoratori e sulla qualità del servizio la ricerca del massimo profitto della committente Iren. Ora, dopo pochi mesi, si ritrovano a dover ancora discutere sul loro futuro. Iren, che è concessionaria del servizio pubblico, a Parma ha esternalizzato la quasi totalità del lavoro anche con una parte considerevole di affidamenti diretti che sollevano molte perplessità. È inaccettabile che chi si aggiudica una concessione per un servizio pubblico possa poi affidare quel servizio a terzi lucrando sulle differenze del costo del lavoro perché è evidente che il sistema degli appalti scarica sui lavoratori e sulla qualità del servizio offerto ai cittadini la compressione dei costi. Lo sforzo dei sindacati confederali e di categoria in questi anni è andato proprio in questa direzione e l’accordo siglato con Atersir lo scorso anno prevede regole più chiare sui bandi di gara per le concessioni, bando che per la provincia di Parma è atteso a breve.

I lavoratori di Iren dall’altra parte vedono un’azienda concentrata in processi di espansione ma sempre più disorganizzata e molti sono i fronti aperti che non trovano risposte adeguate: Iren ha disdettato tutti gli accordi aziendali dichiarando di voler armonizzare i trattamenti del gruppo (in realtà ridurre i costi), compreso quello sulla formulazione degli appalti e dall’altro lato continua a fare politiche di progressioni di carriera e premi individuali non sempre trasparenti. In alcuni servizi delicatissimi come il reparto pesa manca il personale, così come al forno inceneritore manca un accordo che garantisca la reperibilità e pure l’organizzazione aziendale presenta aspetti perfino grotteschi come il recente accentramento dei magazzini per i materiali da lavoro che vedono oggi gli operatori recarsi da strada Baganzola fino a strada Santa Margherita per prendere un paio di guanti. Gli stessi investimenti che l’azienda ha dichiarato nel settore ad oggi non si sa come verranno declinati per i territori emiliani, così come non è stato sviluppato alcun progetto sui rifiuti speciali. I sindacati di categoria rivolgono anche un appello ai sindaci del territorio per un richiamo alla responsabilità di Iren per il servizio che svolge e per una maggiore attenzione al valore del lavoro, anche in relazione al patto siglato con le proprietà pubbliche pochi mesi fa.

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