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Lavagetto si candida alla segreteria del Pd: "La politica di Pizzarotti? E' carica di demagogia"

"Parma sta male. La nostra città è in lenta ma inesorabile decadenza: la disoccupazione è cresciuta a livelli mai raggiunti, gli sfratti sono oltre 500, il mercato immobiliare è in crisi"

Lorenzo Lavagetto si candida alla segreteria cittadina del Pd. Si presenta agli elettori del Pd per il ruolo di segretario insieme a Matteo Caselli e Caterina Bonetti. 

LAVAGETTO: 'LA CITTA' E' IN LENTA E INESORABILE DECADENZA'. "Passione e servizio per il bene comune -si legge in una nota- amore per la nostra città, questi sono i valori che mi sono stati insegnati sin dall’infanzia, i valori che porto nel mio impegno politico. La politica per me è una passione, svolgo la professione di avvocato e tre anni fa, dopo una lunga militanza, ho deciso di attivarmi in prima prima persona impegnandomi direttamente nel PD di Parma, partendo dal mio quartiere, candidandomi alla segreteria del mio circolo, il Parma Centro. 

Con il circolo abbiamo ottenuto risultati importanti: dopo tanti anni abbiamo restituito una sede al PD nel centro della città e ripristinato una relazione con il nostro quartiere, il che ci ha consentito di attrarre tanti nuovi tesserati, di sviluppare progetti come le passeggiate politiche culturali, di valorizzare i nostri iscritti, di costruire un rapporto con i commercianti, di discutere e prendere posizioni politiche sul centro storico e sullo stato del quartiere e di raggiungere anche qualche successo come la battaglia vinta contro l'amministrazione Vignali su piazzale Salvo D'Acquisto, un angolo del centro di Parma che abbiamo contribuito a salvare dalla devastazione. 

Ho imparato quanta fatica e passione sono necessarie per ottenere un risultato anche piccolo. Nonostante la mia attività professionale, sono riuscito a dedicarmi al PD con tutte le energie possibili perché avevo al mio fianco iscritti pieni di passione e voglia di fare. Nel nostro circolo tutti si sono sempre sentiti a casa: non importano le opinioni su cui ci siamo divisi tante volte, non sono le simpatie politiche che determinano i risultati, ma il rispetto reciproco, la capacità di accettare le differenze, nella convinzione che la forza del nostro partito possa manifestarsi solo nell’accettazione delle opinioni e nella capacità di inclusione. Ciò che conta nel Parma centro non è il posizionamento nazionale, la corrente di appartenenza. Ciò che conta sono le idee e la disponibilità delle persone. E’ stata una bellissima esperienza, di cui porterò con me l’entusiasmo e la fatica delle persone con cui ho condiviso questo impegno.

La festa dell’Ospedale Vecchio di fine settembre, nella quale mi sono direttamente impegnato, è stata un grande successo proprio per questa ragione: uniti con uno spirito ed una passione mai visti, a prescindere dalla storia personale di chi ha voluto partecipare. Siamo tornati nel cuore di Parma con un bellissimo evento, che ha richiesto un grande sforzo organizzativo, ma che alla fine ha rimesso il partito nel cuore della politica cittadina, nella vita delle persone ed ha saputo attrarre tanti giovani con i quali da tempo non avevamo più avuto relazione facendo riappropriare i parmigiani di un pezzo dell'Oltretorrente quasi in stato d'abbandono.

Questa festa mi ha insegnato che il PD può ottenere ottimi risultati ed ha di fronte a sé grandi prospettive se ritorna a fare politica dentro la città ed al servizio della città, aprendo sé stesso a nuovi percorsi e riallacciando una relazione con il territorio di cui vuole essere espressione. Una festa che ci ha dimostrato ancora una volta quanto sia bello e soddisfacente impegnarsi tutti per un obiettivo comune. 

La segreteria futura dovrà moltiplicare le iniziative sul territorio che incarnino questo spirito di servizio nei quartieri e tra le persone. Da questa esperienza, con questo spirito, nasce la mia candidatura alla segreteria della città. Parma sta male. La nostra città è in lenta ma inesorabile decadenza: la disoccupazione è cresciuta a livelli mai raggiunti, gli sfratti sono oltre 500, il mercato immobiliare è in crisi, vi è crisi nel commercio, nei servizi sociali, nelle finanze del comune ed in generale si respira un senso di composta rassegnazione su cui abbiamo il dovere di interrogarci. L’azione amministrativa del sindaco Pizzarotti e dalla sua giunta è parsa carica di demagogia e fondata su semplificazioni, ma scarsamente incisiva in un quadro di grande difficoltà generale: sono aumentate le tariffe dei servizi, la tassazione è ai massimi livelli, si diffonde uno stato di degrado generale che non trova adeguato contrasto se non con misure discutibili.

Il nostro partito ha davanti a sé un congresso locale che a mio parere non può diventare ostaggio della battaglia nazionale. Occorre tenere conto di quanto accaduto e di quanto accadrà nella segreteria nazionale, ma occorre tenere presente che il PD di Parma è in prima linea e deve costruire una proposta politica per la città che sia fatta da idee e persone unite da un unico obiettivo: restituire a Parma un’alternativa politica fondata sui nostri valori, sull’innovazione, sulla solidarietà, l’uguaglianza tra cittadini italiani e stranieri, l’estensione dei diritti civili e la tutela dei più deboli, sulla difesa dell’occupazione e del diritto alla casa, dei servizi alla persona, delle scelte di sviluppo urbanistico completamente da ripensare. Una proposta seria e credibile che inverta la tendenza ed aiuti i cittadini a creare una città più giusta che guardi con fiducia al futuro.

Per fare questo, nei prossimi tre anni, occorrerà concentrare l’attenzione sulla città e sui problemi delle persone, dalle buche nelle strade a una nuova visione della città cambiando l’approccio del partito e la sua organizzazione laddove questa si sia rivelata più un ostacolo che un supporto a queste finalità, al fine di definire un chiaro progetto politico. In questo senso mi sembra che il limite principale dell’organizzazione cittadina sia quello di un’eccessiva dispersione delle energie in organismi spesso pletorici e non sufficientemente coordinati tra loro. I circoli territoriali devono essere ripensati, si deve ridurre la distanza tra iscritti di quartiere e partito cittadino, accorpando i circoli dove necessario, razionalizzando i costi delle sedi e rendendole più appetibili, aumentando le occasioni di incontro e dibattito tra gli iscritti ai vari circoli, mettendo insieme le forze su progetti politici territoriali che abbiano la caratteristica di essere diretti alla città, ai cittadini che non si incontrano nelle nostre sedi cui dobbiamo dimostrare di esistere con le nostre idee la passione.

I percorsi decisionali devono essere chiari. Ai circoli territoriali dev’essere assicurato il massimo coinvolgimento nelle decisioni e nella definizione della linea politica, partendo dal presupposto che gli iscritti devono sentirsi coinvolti in percorsi lineari e trasparenti di confronto e decisione che possano poi essere oggetto di riscontro nei fatti. L’importante rete dei circoli di Parma deve andare oltre le forme tradizionali di partecipazione, rafforzando il proprio ruolo di presidio territoriale aperto a tutti i cittadini, un punto di riferimento per il quartiere. Non possiamo però non considerare i preoccupanti indici di gradimento nei confronti dei partiti. Questi dati devono spingerci ad inaugurare una nuova stagione di partecipazione e radicamento che riduca la distanza tra il partito, gli iscritti ed i cittadini. I circoli devono diventare luoghi accoglienti e aperti, pieni di nuove energie dove promuovere condivisione di conoscenza e formazione. 

La mobilitazione deve passare attraverso attività nel luogo fisico che continua anche on-line dove coinvolgere il più ampio numero di persone e facendo sentire tutti benvenuti. Vogliamo sfruttare l’enorme potenzialità di internet per strutturare il partito anche mettendo in contatto - a costi bassi - dirigenti, eletti, elettori e simpatizzanti. Rilanciando la sfida dell'apertura e della partecipazione, noi democratici di Parma abbiamo l'opportunità di rappresentare un modello nazionale, in una città laboratorio politico sta a noi dimostrare di essere all'altezza delle situazione. Dobbiamo anche imparare da noi, dalle nostre risorse, dai nostri iscritti, dal confronto con i sindacati, le associazioni di categoria, il mondo dell'associazionismo, gli innovatori, il mondo della cultura, quali siano i problemi più urgenti, quali i temi su cui costruire una linea politica, valorizzando lo scambio di conoscenze con il nostro gruppo consiliare, affiancandone l’iniziativa e costruendo a fianco di esso spazio per la nostra proposta per il 2017. 

Il partito non basta, da soli non andremo lontano, ma il Pd è l'unica forza che può aggregare intorno a sé le parmigiane e i parmigiani che hanno a cuore il futuro della nostra città e vogliono cominciare da subito, da protagonisti, a scrivere un progetto alternativo di comunità. Parma si merita di meglio. Se mi vorrete come segretatrio, la mia missione sarà quella di lavorare per un partito che esca dal proprio recinto e accetti la sfida del cambiamento, un Pd che seppur maggioranza relativa in città abbia l'umiltà di ascoltare tutti, senza alcun pregiudizio, mettendosi fino in fondo al servizio di Parma. Senza paura.  Per fare questo vi chiedo di aprire insieme una fase nuova, questo sarà un congresso rifondativo, dovremo rinnovare con lo spirito di chi vuol collaborare con le persone che ne abbiano disponibilità, energie e passione, lontano dalle divisioni di corrente, per un partito che sia accogliente, un partito dove fare politica torni ad essere una cosa bella e pulita, anche divertente. Un partito che torni a vincere". 

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