La discesa in campo di Paolo Scarpa: ecco l'ingegnere che sfida Pizzarotti
"Parma in questi cinque anni non è migliorata, ma peggiorata. Alcuni fenomeni si sono amplificati, come la povertà, il degrado urbano, l’insicurezza e l’illegalità diffuse, l’inaridimento culturale, la salute: Parma continua ad essere una delle città con il maggiore inquinamento dell’aria. Non è più tempo di aspettare: le elezioni sono domani, non possiamo attendere eventi esterni come il referendum per decidere cosa fare. Questo vorrebbe dire deludere la città. Chiediamo alla politica di dare un segnale di volontà". L'ingegnere Paolo Scarpa, per anni attivo con il circolo culturle 'Il borgo' di cui è stato presidente, ha deciso di cominciare così, da uno dei passi della lettera aperta sottoscritta da 160 persone esponenti di spicco tra cultura e volontariato, dedicata a chi crede nel cambiamento di Parma, basato sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini. Nella sede dell'associazione Gaibazzi in borgo Scacchini, sede della presentazione del candidato in pectore, c'erano proprio tutti. Da Nuzzo a Ghiretti, da Manno a Lavagetto, segretario comunale del Pd: "Nella lettera ho trovato sintonia con le proposte portate avanti dal Pd in questi anni - ha detto".
"In questi anni Parma ha fatto parecchi passi indietro come sicurezza, povertà e degrado. La parola 'primarie' a Parma evoca uno scontro basato solo su rapporti di forza all’interno di un solo partito. Primarie come quelle viste in passato, bollate solo come 'primarie del Pd' sarebbero una sconfitta annunciata e siamo convinti che lo stesso Pd ne sia consapevole. Ma se l’alternativa fosse una mediazione al ribasso, una trattativa segreta basata su personalismi o scambio tra posizioni di forza, sarebbe assai peggio".
E ancora: "La mia non è in questo momento una candidatura ma un segnale alla buona politica per una città che ha bisogno di guardare in alto, di superare antichi steccati ... per evitare una serie di occasione perdute, una serie di sconfitte che hanno espresso visioni strategiche limitate". Sulla vecchia gestione: "Si sono basati su balle, ovvero promesse elettorali disattese: il primo per la metropolitana e il secondo per il termovalorizzatore che ora esiste e brucia rifiuti di Parma, Reggio e in futuro vedrete anche di Napoli".
"E' tempo che a Parma la buona politica dia un segnale forte, da subito, e ricominci a parlare di futuro. Occorre andare oltre i personalismi, le divisioni, gli steccati. Dobbiamo avere la forza di costruire un progetto politico innovativo che parta dai bisogni delle persone, dalla loro voglia di futuro, come anche dalle loro paure, e che sappia fare leva sulle straordinarie ricchezze morali e culturali che Parma possiede e che devono trovare espressione nei modi di fare politica. Il mio è un progetto 'contro' nessuno ma 'per' un’idea di città che creda nello sviluppo, nella coesione sociale, nella solidarietà, nella sostenibilità, nella cultura come motori per diventare sempre più una comunità e non un insieme conflittuale di particolarismi".
Lettera aperta a chi crede nel cambiamento di Parma - Parma vive un momento particolare, fra energie nuove e problemi che si manifestano nella loro drammaticità. In questi anni abbiamo visto crescere fenomeni negativi come il degrado urbano, il disorientamento dei giovani, l’insicurezza dei quartieri, la povertà (a Parma, secondo la ricerca Caritas, i poveri sono circa 5.000), emergenze che in un passato recente ci erano quasi sconosciute. A una città che manifesta il timore di un possibile declino, si contrappone una città di eccellenze, competenze, valori, una comunità di persone che ogni giorno contribuisce alla crescita collettiva: è la città delle famiglie, del lavoro, della cultura, dell’impresa, del volontariato. Parma ha tutte le carte in regola per lasciarsi alle spalle la crisi e diventare un modello europeo di sviluppo sostenibile, convivenza civile, ricerca, innovazione. Per farlo le occorre un cambio di passo, e le elezioni del 2017 devono essere l'occasione per investire con decisione sul futuro. Parma è sempre stata laboratorio di avanguardia politica, luogo di esperimenti che hanno anticipato fenomeni nazionali. Anche il 2012 ha segnato un passaggio che fu giudicato clamoroso, ma dopo cinque anni, pur dando atto della buona volontà di chi ha guidato la città, non possiamo nascondere la delusione. Governare è farsi carico della complessità delle esigenze della comunità, non è navigare a vista, non può limitarsi alla gestione del contingente e a interventi frammentati. Per questo siamo convinti che sia necessario avviare una stagione di cambiamento. Dovremo prenderci cura della città. Cura è ascolto delle persone, è monitoraggio delle criticità, è lotta quotidiana al degrado dei luoghi, è impegno concreto per la coesione sociale e l’integrazione. È partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, è anteporre gli interessi collettivi a quelli di pochi, è un atto di coerenza verso la memoria storica e la bellezza di una città, che ha fatto del rispetto per gli altri e dell’amore per la cultura e per la libertà il suo carattere identitario. Nessuno dovrà più sentirsi solo davanti ai suoi problemi, soprattutto se è debole, nessuno dovrà vivere con impotenza il disagio della paura, perché la sicurezza è un diritto che la comunità deve tutelare. Tutti dobbiamo dimostrare di crederci, avendo il coraggio di osare strade nuove e interpretare la democrazia come un esercizio vitale che non può arenarsi nei vecchi riti. A Parma ci sono risorse e persone disposte a mettersi in gioco. Ciascuno deve fare la sua parte, non per un’insensata scalata a posti di potere, ma per mettere in pratica quei principi di responsabilità che riguardano ognuno di noi. Iniziamo il cammino per una scelta trasparente delle candidature. Non possiamo farci influenzare da eventi esterni, non possiamo permettere che altri pretendano di decidere chi siamo, cosa vogliamo e chi ci dovrà rappresentare. Siamo convinti che Parma possa essere nel 2017 il luogo in cui dare vita alla costruzione di un processo politico non ancora tentato prima, che parta dal basso, in cui si risolvano conflittualità ormai arcaiche e si crei coesione tra partiti democratici, movimenti e società civile, per un futuro sostenibile da costruire insieme, che porti dentro di sé innovazione, sviluppo e che non lasci indietro nessuno.
I firmatari della lettera aperta alla città
Marco Adorni
Bruno Agnetti
Flavia Alberici
Marco Alberici
Stefano Alfieri
Massimo Ambanelli
Maria Antonioni
Francesco Azzarone
Isabella Baistrocchi
Ilaria Barbacini
Cristina Barbieri
Carlo Baroni
Giovanni Baroni
Giorgio Baruffini
Massimo Bax
Gianfranco Beltrami
Gianmarco Beltrami
Oreste Bergamaschi
Anna Maria Bernardi
Patrizia Bertolani
Marta Bertora
Giovanni Bertozzi
Giuseppe Bertozzi
Caterina Bianchini
Larini
Filippo Binini
Carlo Bocchialini
Antonio Bonetti
Caterina Bonetti
Maria Bonini
Natalia Borri
Alessandro Bosi
Romano Botti
Matteo Broso
Bruno Brugnoli
Cesare Bucci
Emanuele Bucci
Bruna Bucci Guerra
Giuseppe Caggiati
Angela Caleffi
Isabella Calestani
Alfredo Caltabiano
Andrea Calzolari
Fabio Capiferri
Antonella Casoli
Nicola Cassandro
Pietro Causa
Anna Maria Cavalli
Roberto Cavazzini
Paola Ceschi
Angelica Cocconi
Vanna Comaschi
Ruggero Cornini
Carlo Alberto Cova
Angelica Dallara
Marco De Riu
Bruno Del Bon
Enrico Del Canale
Mario Del Chicca
Luca Di Nella
Sergio Di Nunzio
Francesco Dradi
Nicola Falde
Vittorio Favaro
Gian Marco Ferri
Massimo Fochi
Gianluca Foglia
(Fogliazza)
Giovanni Fontanabona
Giovanni Battista
Fregoso
G.Carlo Fronzugi
Ettore Galasso
Paolo Gandolfi
Giovanna Gennari
Paola Gherardi
Anna Gherri
Roberto Ghirardi
Silvana Giannetti
Alberto Girlando
Alberto Girlando
Giorgio Gotelli
Filippo Guarnieri
Isa Guastalla
Rocco Guevara
Giuseppe Iannello
Riccardi Ilaria
Enrico Ippolito
Anna Maria Ivardi
Ganapini
Antonio Lazzara
Durim Lika
Gianpaolo Lombardo
Paolo Maccaferri
Roberto Maione
Sergio Manghi
Liana Manici
Corrado Mansanti
Manuel Marsico
Giorgio Mazzocchi
Andrea Menta
Beatrice Menta
Andrea Merusi
Giovanni Montanini
Tito Mora
Simonetta Morozzi
Felice Nardiello
Giuliano Nicheli
Francesco Nicoli
Enrico Onofri
Cristian Orlandi
Antonio Pagani
Isidoro Pasetti
Luciano Pecorari
Riccardo Percudani
Fabrizio Pezzuto
Anna Maria Piazza
Giancarla Pietralunga
Aldo Pini
Andrea Prati
Chiara Prati
Luigi Anacleto Prati
Michele Rainieri
Roberto Ravazzoni
Luca Reggiani
Alberto Reggianini
Roberta Roberti
Umberto Rovaldi
Lorenzo Salati
Silvia Salvadego
Paola Salvini
Aldo Sartini
Celeste Scaffardi
Gregorio Scaffardi
Vittorio Scaffardi
Paolo Scarpa
Dante Schianchi
Augusto Schianchi
Giuseppe Scotti
Paolo Seletti
Vincenzo Sibilio
Elisabetta Spagni
Liliana Superchi
Giulio Tagliavini
Alessandro Tedeschi
Barbara Tommasini
Riccardo Tonioli
Simona Tosini Pizzetti
Andrea Toso
Maria Traclò
Martino Traversa
Alberto Trivioli
Dario Ugolini
Rocco Ungaro
Enzo Vanarelli
Alessandra Vignali
Augusto Vignali
Alessandra Zambini
Egidio Zambini
Giovanni Zanardi
Paolo Zappavigna
Edoardo Zavaroni
Barbara Zerbini
Valentina Zinelli
Caterina Zoia
Alessandra Zuliani