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Wcc e bilancio, Samuele (Prc): "Il welfare torni sotto il pubblico"

Il responsabile provinciale welfare di Rifondazione, Francesco Samuele: "Ripensare i criteri con i quali il bilancio comunale ripartisce le risorse. Poniamo al primo posto la spesa per il nostro sistema sociale"

Il responsabile provinciale welfare del PRC, Francesco Samuele, rilascia queste dichiarazioni, ai margini del convegno organizzato dai Gruppi Consiliari di PD, PRC ed Altra Politica – Altri Valori:
Il no al progetto di Vignali e Lasagna è un ottimo punto di partenza, per l'individuazione di una linea comune delle opposizioni in Comune sulla gestione del welfare cittadino” esordisce Samuele: “così come le parole chiave del convegno di ieri, usate sia da Amadei che dalla Guarneri, e cioè potenziamento dei servizi a domicilio in prima analisi; formazione del personale di assistenza, italiano e straniero; territorialità delle strutture di ricovero ed assistenza, privilegiando e migliorando quelle già esistenti; mantenimento del patrimonio immobiliare in mano pubblica, non possono non trovarci d'accordo. E parteciperemo, con convinzione, al tavolo di lavoro che, a detta di Giorgio Pagliari, dovrebbe partire nelle prossime settimane, per definire meglio i contorni del progetto alternativo al WCC.

Ma il problema della gestione del welfare parmense non si risolve parlando solo di strutture, ma anche di gestione di esse” prosegue Samuele: “Le gravi situazioni di disagio, più volte denunciate dai cittadini, dovute a personale carente, mal preparato e mal retribuito, a strutture a volte inadeguate, a carenza di mezzi e di risorse, si risolvono in un solo modo: ponendo di nuovo la gestione di esse sotto il diretto controllo pubblico prima di tutto. E per fare questo, occorre ripensare i criteri attraverso i quali il bilancio comunale ripartisce le risorse.

Poniamo al primo posto, fra le priorità, la spesa per il nostro sistema sociale”. “Secondariamente” conclude Samuele “ripubblicizziamo i servizi assorbendo il personale attualmente in servizio e assumendone di nuovo; una esternalizzazione della gestione può essere ammissibile solo uscendo dalla logica degli appalti al massimo ribasso che, nel sociale, sono un abominio perchè costringono la cooperativa eventuale aggiudicatrice a ridurre stipendi, garanzie, mezzi utilizzati. Infine, ad una eventuale gara di appalto devono essere ammessi solo soggetti che si impegnino ad applicare ai soci lavoratori Statuto dei Lavoratori e tabelle contrattuali nazionali di un dipendente con pari mansione”
 

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