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ponte sul po (colorno - casalmaggiore)

Considerazioni di AMO COLORNO

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday Il tragico crollo del ponte Morandi di Genova, ha duramente riportato alla luce le cattive condizioni delle infrastrutture Italiane, ed in particolar modo dei nostri ponti. Se il ponte Morandi era un’infrastruttura essenziale, lo è di certo anche il ponte sul PO che collega Colorno a Casalmaggiore, chiuso purtroppo da settembre 2017. Osservare il ponte sul Po, transennato; mentre il territorio muore e poche iniziative sono state fatte per alleviare i disagi del territorio; pensando al ponte di Genova, fa venire un nodo in gola e porta i brividi. Vien da pensare a cosa sarebbe potuto succedere se dei cittadini non avessero scoperto le lesioni presenti, e viene la rabbia quando si materializza che le istituzioni “non ci avevano fatto caso”. Cosa sarebbe potuto succedere?... Dopo queste considerazioni ci ricordiamo che l’estate ormai è quasi finita, e continuiamo ad attendere, con un bando a quanto pare pubblicato, una riparazione senza o con poche garanzie, che dovrebbe portare per la metà del 2019 al riutilizzo del nostro ponte. Tutti speriamo di poter ritornare ad utilizzare il ponte, ed allo stesso tempo tutti speriamo che vi si pongano almeno le basi per la miglior sicurezza possibile. Nei giorni scorsi si è parlato molto sulla stampa di “limitare o addirittura bloccare il passaggio dei mezzi pesanti”. I ponti dovrebbero avere una loro portata massima, e tale portata andrebbe rispettata e fatta rispettare. I mezzi pesanti a nostro avviso potrebbero passare se i ponti sono in salute; con la costante manutenzione fatta; con i materiali giusti utilizzati per la loro costruzione, e nei limiti di portata. Se le cose sono fatte bene, non è mai necessario estremizzare. Ciò nonostante ci piacerebbe davvero che vi fosse un ritorno alle rotaie per il trasporto delle merci. Ormai il trasporto su gomma in maniera esagerata, crea oltre ad un danno strutturale delle nostre infrastrutture (vedi il ponte di Genova che ospitava 25 milioni di veicoli l’anno circa); anche molto inquinamento. Per quanto concerne il nostro ponte invece, se e quando sarà riparato, sarà necessario vietare il passaggio di tutti i mezzi più pesanti, al fine di garantire il più a lungo possibile stabilità e durata del rappezzo; con la speranza che la costruzione del nuovo ponte venga messa in cantiere il prima possibile. Il gruppo AMO COLORNO
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