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Salute

parma all’avanguardia nella cura dei tumori del cavo orale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma si conferma all’avanguardia in Italia nel trattamento di alcune tipologie di tumore: nella fattispecie si tratta di quelli del cavo orale che, attualmente, rappresentano una delle neoplasie più diffuse nel mondo con circa 264.000 nuove diagnosi e 128.000 morti all’anno (in Italia sono l’ottava forma più frequente di cancro). Fino ad oggi il trattamento di elezione queste patologie, in uno stadio iniziale, è stata l’asportazione dei linfonodi del collo: ossia, a fronte di una diagnosi di certezza, si procedeva chirurgicamente alla rimozione di tutti i linfonodi potenzialmente già colonizzati dalle cellule cancerose. La tecnica, già adottata con successo - ad esempio per i carcinomi della mammella - della biopsia del ‘linfonodo sentinella’ che consente di risparmiare l’asportazione chirurgica dei linfonodi laddove non sia strettamente necessario, soprattutto in Italia, ha trovato scarsa applicazione nell’ambito dei carcinomi testa-collo sia per diffidenze culturali che per i limiti del radiotracciante, ossia della sostanza iniettata per evidenziare il suddetto linfonodo sentinella. Tuttavia a Parma, l’équipe di chirurgia Maxillo Facciale guidata dal prof. Tito Poli è arrivata a un altissimo livello di specializzazione anche in questa particolare tecnica, che da oggi potrà adottare con ancora maggiore sicurezza grazie all’uso di una nuova molecola (Tilmanocept marcato con Tecnezio 99), recentemente sintetizzata dai ricercatori della Ohio State University e della Houston University, n grado, in pochissime ore, di identificare con precisione il linfonodo sentinella e consentire la sua biopsia. “Si tratta di una scoperta molto importante per la chirurgia oncologica cervico-facciale - spiega Tito Poli, docente di Chirurgia Maxillo Facciale all’Università degli Studi di Parma e Referente Italiano del Sentinel European Node Trial SENT - poiché permette di evitare l’over-treatment, ossia l’eccesso di trattamento, ad una ampia percentuale dei pazienti affetti da carcinomi del cavo orale diagnosticati in fase iniziale, rendendo possibile un intervento meno invasivo con minori tempi di ospedalizzazione del paziente”. Ad oggi, infatti, chiunque avesse scelto di adottare la tecnica del linfonodo sentinella utilizzando il radiotracciante tradizionale, era condizionato nelle tempistiche e modalità di lavoro dalle caratteristiche della molecola che, per essere in grado di evidenziare il linfonodo specifico, necessitava di una maggiore dose di radioattività e imponeva tempi di registrazione più lunghi con un margine di errore piuttosto elevato Ma le cose stanno cambiando: “La nuova molecola che stiamo iniziando a usare come radiotracciante - spiega Livia Ruffini specialista in Medicina Nucleare all’Ospedale di Parma - agisce in maniera recettoriale legandosi alla membrana che riveste i macrofagi del linfonodo sentinella, ossia il primo linfonodo che drena la zona colpita dal tumore, evidenziandolo in brevissimo tempo e agevolando così l’intervento del chirurgo che lo deve asportare.

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