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Venerdì, 26 Aprile 2024
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È nato a Parma il primo eco-store Randazzo

Storia di un marchio aziendale che ha deciso di puntare sulla sostenibilità, con negozi che scelgono materiali ecologici, risparmiano carta, riciclano e prediligono le rinnovabili

Il pessimismo disfattista cosmico a volte è solo un alibi. Se ciascuno puntasse di più sulla propria responsabilità individuale, piccola o grande che fosse, con grande probabilità le cose comincerebbero ad andare meglio.

Per questo è un piacere raccontare esempi virtuosi di aziende che, senza rinunciare al profitto, decidono di investire anche sull’ambiente, offrendo un contributo concreto alla sostenibilità del pianeta terra.

Così ha fatto il Gruppo Randazzo, un’azienda nata a Palermo alla fine dell’Ottocento che di anno in anno ha saputo rinnovarsi e crescere fino a diventare, con la costituzione di Optissimo, un marchio leader nel settore dell’ottica, che dalla Sicilia si è fatto conoscere su tutto il territorio nazionale.

Ha scelto la via dello sviluppo sostenibile, in cui salvaguardia ambientale e contenimento dei costi sono legati a doppio filo. I Randazzo hanno scommesso sull’ecostore, un modello di negozio rispettoso dell’ambiente sotto tutti i profili: arredi rigorosamente in materiali riciclati ed ecosostenibili come plastica, vetro e carta, cassettiere in ecolegno, banchi cassa in ecopietra, pareti dipinte solo con pitture ad acqua; illuminazione realizzata tutta con lampade a led -che consentono un risparmio fino al 70%-; impianti di condizionamento con sistemi VRS con regolazione di assorbimento dei consumi energetici; energia elettrica che proviene solo da fonti rinnovabili certificate; auto aziendali elettriche o full hybrid e/o dotati di sistemi a efficienza energetica.

Nel laboratorio, poi, viene utilizzato il sistema di filtraggio denominato “filtrobox”, che permette la raccolta e la separazione dei fanghi di molatura durante la lavorazione delle lenti, con una diminuzione della produzione di rifiuti speciali di circa il 40%. Un efficace sistema di digitalizzazione dei documenti, inoltre, permette di risparmiare carta, al punto che vengono salvati 63 alberi all’anno.

Proprio a Parma, nel 2011, è stato aperto il primo di questi punti vendita eco che oggi sono circa una ventina, sparsi per tutta Italia. I risultati non sono da sottovalutare. Come riporta Alternativasostenibile.it, in meno di tre anni il consumo medio di elettricità si è ridotto del 6,5% in ciascun negozio del marchio Randazzo che ha aderito a questo progetto “Impatto Zero”, con una riduzione media dei consumi di energia elettrica rispetto a un normale punto vendita tra il 25 e il 50% (fino a 80 mila KW), il che si traduce in un risparmio fino a 12 mila euro.

Notevole il tornaconto per l’ecosistema: da quando è partito il progetto le tonnellate di CO2 risparmiate all’atmosfera sono 12 mila, esattamente l’equivalente di quanto assorbe una foresta di 18 milioni di metri quadri, ovvero grande come il Veneto intero.

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