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Parma, debutto da dimenticare

Forse perché intorno al nuovo Parma c’era troppa euforia, o forse perché i derby si vincono, non si giocano. Sarà perché i tifosi non vedevano l’ora di approdare nel professionismo e festeggiare magari con una vittoria il ritorno sul calcio che conta. E quale occasione più ghiotta di una sfida con il Modena che mancava dal 2009. Un Modena attonito e, sulla carta, travolto dal ciclone dell’infelicità. Sarà per tante cose, anche per la rivalità e la voglia di cominciare forte. Sta di fatto che molti dei 1200 crociati che sabato sera sono sbarcati al Braglia sognando in grande, sono tornati nel Ducato con la coda tra le gambe e tanti, forse troppi pensieri negativi su quella che in fondo è solo una partita. I debutti, si sa, sono sempre spigolosi (vedi l’Inter che ha perso 2-0 con il Chievo), quello del Parma è stato brutto, anomalo, senza idee, ma tutto l’allarmismo avvertito in curva potrebbe rivelarsi più preoccupante della prova scialba dei ragazzi di Gigi Apolloni. Preso un po’ di mira sulle gradinate e anche sul web, contesti in cui tutti sono legittimati a esprimere giudizi, in cui vale un po’ lo stesso principio che regola gli ambienti dei tifosi, che spesso emettono sentenze definitive di condanne immotivate: la facoltà di criticare autorizzata dall’abbonamento o dal biglietto che si paga. Sabato sera il malcontento era altissimo, le critiche spietate. E il nostro viaggio in curva ci ha portato a testare il polso del tifo più caldo del Parma. Tutto è cominciato dalla stazione di Parma, presa letteralmente d’assalto dall’entusiasmo festante dei supporters crociati. Che pensavano di fare manbassa del Modena, con quello squadrone allestito in 45 giorni dall’area tecnica. Pensieri fantastici, durati solo il tempo di un viaggio da Parma a Modena. Poco più di 40 minuti poi pronti via si sono sciolti per l’impossibilità di riproporre sul campo quello che il Parma ha dettato sulla carta a tifosi che hanno sostenuto per tutto il tempo (e anche dopo, con il saluto e l’applauso ai beniamini) la squadra, scagliandosi maggiormente contro Apolloni, che non era neanche in panchina ieri. Reo di aver messo in campo un team senza idee, con poco gioco e troppo prevedibile. Qualche mugugno anche per Miglietta, lento e stridente, senza velocità e incapace di dare velocità alla manovra. Quello che ha destato meraviglia mista a scetticismo, è stata l’esclusione di Ciccio Corapi, in panchina subito , poi richiamato dopo 19’ per infortunio a Scavone. Sul banco degli imputati anche Garufo e Nunzella, oltre che a buona parte del gruppo giudicato dopo una giornata non all’altezza di una promozione. Modulo inadeguato, giocatori fuori ruolo secondo i tifosi (Baraye su tutti) e la richiesta di una difesa a quattro.  Tante le criticità: lanci lunghi, zero gioco. La difesa, strenua, di Apolloni, era di pochissimi elementi apparsi più giudiziosi. Che francamente vogliono regalarsi un’altra partita, o qualcosa in più, prima di giudicare.

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