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A Collecchio rispunta il pallone, un altro passo verso la normalità

Intanto il Parma attende il protocollo

Bruno Alves e Sepe, per citare qualche nome di senatori, sono rimasti a dormire a Collecchio. Il ritiro organizzato dal Parma lunedì 18 maggio al principio della fase due e da ieri diventato facoltativo in attesa della pubblicazione del protocollo che dia il via ufficiale agli allenamenti collettivi, è tutto sommato un’idea che piace. Chi vuole da ieri può tornare a casa a dormire, può riabbracciare le famiglie. Chi non le ha vicino, come il capitano e il portiere, si gode la tranquillità di un centro sportivo messo a disposizione dei calciatori che trovano al suo interno tutti i confort e le comodità per svolgere allenamenti in sicurezza. Il lavoro atletico cominciato a casa dagli atleti in quarantena è continuato sui campi di Collecchio con sedute individuali fatte di corsa e test fisici, senza pallone. Chiaramente zero schemi, non è certo tempo di tattica ma qualche esercizio in piccoli gruppi e nel chiaro rispetto di regole e distanze può darsi sia stato svolto. C’è voglia di ripartire, il Parma lo ha mostrato a tutti i livelli. 

E D’Aversa, che guarda tutti da lontano, ha già in mente la programmazione dello sprint di fine stagione per impennare le credenziali di una squadra che prima dell’impatto del coronavirus stava facendo registrare picchi alti di gradimento. E a Collecchio è spuntato anche qualche pallone, sanificato chiaramente per riprendere confidenza con la normalità.

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