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Barillà, l'antidivo a cui si aggrappa il Parma

Con Munari out per infortunio, Vacca non al meglio (affaticamento muscolare) e Scavone in recupero, Nino diventa fontamentale. Pochi social, tanta famiglia e corsa, cuore e grinta

Se ne è andato dallo stadio con un sorriso sgargiante, dopo qualche selfie con i tifosi che lo aspettavano all'uscita appoggiati sulle transenne che delimitavano l'ingresso della tribuna d'onore. "Nino, una foto". "Sei grande, grande". "Vai bomber...". Qualcuno ha anche ironizzato sul fatto che Barillà avesse segnato due gol in una partita, sì, Barillà. L'antidivo per eccellenza, capace di regalare il momentaneo secondo posto al Parma (in coabitazione con il Palermo che è in svantaggio per quanto riguarda gli scontri diretti), ha nella sua manona quella del figlio Giuseppe, nell'altra stringe quella della moglie Sabina. E con lo zainetto in spalla, mentre va verso la macchina, rivive il suo splendido pomeriggio macchiato dagli infortuni di Lucarelli (uscito dopo mezzora della sfida contro il Carpi) e Munari (costretto a gettare la spugna per una distorsione al ginocchio che gli ha fatto dire addio anzitempo alla stagione), e impreziosito da una doppietta pesante che vale forse sei punti. Senza esagerare per come sono maturati. Difficoltà, controllo e poi sofferenza in inferiorità numerica.

barillù-2Che potesse essere il suo pomeriggio Nino lo aveva capito fin dal riscaldamento, quando appena entrato in campo ha indirizzato il solito sguardo verso la tribuna cercando sua moglie che lo accompagna ovunque. Probabilmente lo aveva capito anche quando, dopo una ventina di minuti, ha messo il piede destro sulla traiettoria della palla calciata dalla bandierina, arpionandolo acrobaticamente e sparandolo in porta. Garritano ci ha messo la testa impedendogli di esultare. Il gol sarebbe arrivato di lì a poco, quando l'azione orchestrata da Calaiò (che ha smistato la palla a sinistra venendo all'indietro) ha aperto lo spazio per favorire il suo ingresso nell'area dove Di Gaudio lo ha pescato alla grandissima. Il suo destro, un po' di punta, un po' di collo, è finito oltre Colombi. Non era facile calciare con potenza in caduta, ma Barillà ci è riuscito e si è ripetu to al minuto 47 con una zampata (mezza suola) con cui fa rotolare il pallone in porta mettendo in ghiaccio la partita. "Non me lo ricordavo neanche - dice al termine di Parma-Carpi - da quando non facevo due gol. Penso che sia dal 2009, avevo segnato due gol in Nazionale Under 21, contro il Lussemburgo". Nove anni fa, troppi. Ma Barillà non è certo uno che si è messo in luce per aver fatto caterve di gol (il suo record è quello raggiunto con la granata del Trapani, 2014/2015, 5 reti), ma il suo rapporto reti-minuti giocati, è comunque positivo: un gol ogni 291 minuti. Quattro reti, tutte decisive: un gol al Novara, uno all'Avellino e due al Carpi (sua vittima preferita alla quale ha rifilato tre gol in carriera).

Eppure i tre mesi di panchina a cui D'Aversa lo aveva relegato sembravano averlo tagliato fuori. barill--2Inizialmente anche il mercato di riparazione sembrava averlo messo ai margini, ma lui in maniera silente, da gregario paziente, si è messo all'angolo e ha aspettato il suo momento, arrivato contro l'Avellino. Partita in cui ha segnato il secondo go con la maglia del Parma. E da lì in avanti, tranne che con il Palermo, Nino ha sempre giocato, complice l'infortunio di Scavone che gli ha spalancato le porte in una formazione fatta di equilibri che adesso come adesso non può più fare a meno della fame di Barillà, un personaggio che pur essendo noto fa di tutto per passare inosservato. E sabato se ne è andato con il sorriso.

Foto di parmacalcio1913.com

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