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Parma, trenta e gode

Il punto di Empoli ha un'importanza capitale. Tra le note positive: il ritorno al gol di Gervinho e un Sepe modello. Ma ci sono anche situazioni negative...

COSA VA - Un Parma che in Toscana ha ritrovato il l’attenzione di un tempo sui calci da fermo (a favore), la caparbietà nel riproporre le armi migliori di cui dispone e il cinismo nel punire gli errori altrui. Il primo gol di Empoli è un inno alla sostanza, la propaganda al pragmatismo daversiano: linea azzurra troppo alta, giocatori rapidi come Gervinho che amano attaccare lo spazio dietro di essa sono i benvenuti in situazioni come queste. Bruno Alves e le altre torri attaccano lateralmente lo spazio, attirano la marcatura dei più ‘possenti’ e lasciano spazio al centro, dove Gervais si è fiondato con il fiuto solito di chi sente che la preda è alla portata, a un passo. In più l’immobilismo dei primi due giocatori della linea empolese ha convinto ancora di più il tecnico a tentare la sorpresa. Sorpresa riuscita. Quando l’Empoli si è accorto che Gervinho stava superando Dragowski era troppo tardi. Di note positive, il Parma da Empoli se ne porta un’altra: oltre al trentesimo punto conquistato, va detto che la squadra ha costruito di più rispetto alle ultime uscite. L’occasione capitata a Inglese sul 3-2 per i crociati, quella che Dragowski ha disinnescato con una parata decisiva, grida vendetta; le due che Kucka si è costruito (una acrobatica, in cui ha esaltato il portiere empolese – proposto al Parma a gennaio – l’altra buttata in nome di non si sa cosa), dimostrano comunque che la vena ritrovata in parte e la voglia di tirarsi fuori da una situazione che poteva dare fastidio.

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