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Lo strano caso di Bruno Redolfi: non confermato senza un perché

Finisce il rapporto tra Apolloni e il suo vice dopo otto anni. Con il secondo se ne va anche Christian Freghieri

Dal nostro inviato

COLLECCHIO - E' il caso di dirlo, senza tanti giri di parole: un caso come quello di Bruno Redolfi, vice allenatore del Parma, e nello staff di Gigi Apolloni da otto anni, se non è strano è quanto meno singolare. Soprattutto dopo una stagione in cui lo strapotere del Parma, sia a livello tecnico che tattico, si è notato su tutti i campi, anche nelle partite della Poule Scudetto, malgrado contro Gubbio e Sambenedettese siano arrivati solo un punto (una sconfitta e un pari). Non è bastata la promozione, nemmeno la miglior difesa, neanche l'imbattibilità. Non è bastato il massimo sforzo dell'allenatore in seconda che, con tutto il lavoro oscuro che ha fattoal fianco di Gigi, ha dovuto salutare tutti trattenendo le lacrime. Un lungo colloquio, prima con Apolloni, giovedì sera, poi con Minotti e Galassi al venerdì, con il capitano Lucarelli che lo ha preso da parte per quaranta minuti e lo ha tenuto lì, presumbile che lo abbia ringraziato. Infine con Nevio Scala, presidente di un Parma rinato dopo lo scelleratezze del duo Ghirardi-Leonardi, visto come immagine pulita di un calcio d'altri tempi. Un saluto veloce negli spogliatoi, con addetti ai lavori, compagni d'avventura e giocatori. Poi in macchina, verso un altro viaggio, che nasconde per ora la meta. Tutto ciò non è bastato per la riconferma. Eppure Redolfi e Apolloni avevano superato in maniera brillante la crisi del settimo anno e si apprestavano a varcare la soglia del nono insieme, fianco a fianco dai tempi di Modena, quando Gigi e Bruno si sono messi uno accanto all'altro, il primo come allenatore, l'altro nelle vesti di vice. In mezzo Gubbio, Grosseto, Reggiana e Nova Gorica, prima di Parma dove la vittoria del girone D di serie D è stata brillante. Ma non utile a continuare il rapporto. Il biennale che prevede la permanenza sulla panchina dei crociati da parte di Gigi non ha previsto la collaborazione di Bruno che, proprio una settimana fa gridava 'Forza Parma' alla fine di una conferenza stampa. Eppure Redolfi ha cominciato tempo fa a collaborare con Apolloni, Minotti e Scala proprio quando quest'ultimo allenava il Parma. In qualità di osservatore prima, di vice allenatore dopo. Anni e anni di lavoro oscuro fino al regalo più bello, per sua stessa ammissione: dirigere il Parma da primo, ma solo perché Apolloni è stato squalificato.  La realizzazione di un sogno. Alla base della rottura non c'è un motivo economico, ma solo una decisione presa e condivisa da tecnico e società, probabilmente per una incompatibiltà di caratteri. Detto che la decisione è leggittima, nel calcio come nella vita questi episodi sono all'ordine del giorno, poteva essere gestita meglio la situazione e magari anticipare una decisione che, probabilmente, si covava da tempo. Con Redolfi lascia anche Christian Freghieri, preparatore atletico conosciuto da Apolloni dai tempi di Modena, quando il prof, così lo chiamava la squadra, era un preparatore agli ordini dei canarini e nello staff di Zoratto, al quale è succeduto Gigi appunto. Con lui, l'ex giocatore del Parma ha condiviso solo l'esperienza di Modena, prima di Parma, in un rapporto di lavoro interrotto nel 2010 e ripreso a distanza di cinque anni. Venerdì, nel giorno dei saluti, Freghieri non c'era, ha appreso qualche giorno fa della mancata convocazione per il ritiro. Cose che succedono, il calcio è anche questo. Confermato invece Ermes Fulgoni, storico preparatore dei portieri.

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