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Munari, è addio: "Mi mancherà lo spogliatoio, ora imparo da Faggiano"

"Per come voglio fare le cose io sarà importante riuscire a creare questo 'distacco'. La cosa che più mi mancherà sarà lo spogliatoio"

Dal nostro inviato
COLLECCHIO - Ha voluto leggere due righe, Gianni, prima di rispondere alle domande dei giornalisti. Vi ringrazio, ho scritto due righe perchè non voglio improvvisare. Grazie di cuore a tutti voi, a mia moglie e a tutti i miei amici. Al Parma Calcio, al direttore e a mister Roberto D'Aversa che mi stanno dando questa opportunità. Soprattutto ringrazio me stesso, per non avere mai mollato e come ho sempre fatto darò tutto me stesso in questo nuovo ruolo". Aveva condensato su un foglio le emozioni che di solito si raccolgono in questi momenti. Sempre difficili. Staccarsi di netto, recidere con un pezzo della tua vita e passare velocemente dall'altro lato del guado, sicuramente non deve essere stato facile per Munari. Si porta con sè 8 campionati di Serie B vinti, la personalità, il carisma di uno che ha imparato a trionfare in ogni dove. Negli ultimi cinque anni ha sempre vinto. Watford, Cagliari, due trionfi a Parma e l'ultimo trionfo con il Verona. Passando per Lecce e Genova, sponda Samp. Gianni ha chiuso a Parma la sua carriera, dove ne ha cominciata un'altra, quella dell'osservatore.

"Si, la voglia di continuare c'era, ma i problemi fisici dell'ultimo anno mi hanno un po' frenato. Cosa mi ha spinto a fare questa scelta? Il ginocchio di cristallo, questa nuova opportunità... tanti fattori che mi hanno portato a fare questa scelta. E' importante aver trovato subito un'opportunità così. Ti dà modo di non pensare troppo a quello che è stato. Mi abituerò. Un'mozione incredibile? La notte di Spezia. Ero in stampelle ma ho comunque fatto la "corsa" sotto la curva con il presidente Ferrari. Indescrivibile. Sono molto legato a questa società, sono emiliano, mi sento vicino a casa. Mio fratello tifa Parma e sono nato con il Parma che faceva sognare. Mi sento a casa. E' stupendo intraprendere questa avventura. Sono emiliano, mi sento vicino a casa. Mio fratello tifa Parma e sono nato con il Parma che faceva sognare. Mi sento a casa. E' stupendo intraprendere questa avventura. Se ho pensato ad allenare? Non ci penso e non ci ho mai pensato. Faccio parte dell'area scouting e sto guardando partite sia del settore giovanile che prime squadre. Mi sono già mentalizzato da un po'. Mi mancherà sicuramente lo spogliatoio, il divertirsi e scherzare con i compagni. Fino a poco fa mi sono allenato. Mi sono sempre sentito uomo spogliatoio. Non devo insegnare niente nessuno, ma penso di avere dato l'esempio. E questa è la cosa più importante. Sono  un po' di giorni che vado in giro a vedere le partite. Cerco di capire ed interpretare al meglio ciò che mi si chiede. Chiaramente è una mole di lavoro importante. Ho fatto vent'anni di vacanza, a parte il lavoro fisico. Ora cerco di imparare il meglio. Il Parma? Sì, sta cambiando e sta crescendo. Grazie al mister e alla società si sta facendo un ottimo lavoro. So quanto può dare questa squadra". 

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