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ESCLUSIVA | È la partita di Calaiò: “Parma e Napoli, le squadre della mia vita”

L’Arciere è il doppio ex: “Occhio al San Paolo, ha sete di vittoria”

“A Napoli mi hanno adottato, a Parma ho lasciato un pezzo di cuore. Direi che questa è la mia partita, sì”. Napoli-Parma è la partita di Emanuele Calaiò, l’Arciere che ha fatto innamorare due popoli, scoccando frecce prima nel cuore dei tifosi partenopei - all’epoca era un giovanotto promettente e si affacciava al calcio che contava - poi anche in quello dei supporters crociati, che hanno avuto modo di apprezzare un giocatore avanti con l’età ma che ha mantenuto classe e intelligenza calcistica intatta, anzi, in larga parte anche migliorata rispetto agli anni ruggenti di Napoli, dove ha contribuito in maniera decisiva a riscrivere la storia di quel club dopo un fallimento che ha visto gli azzurri scendere negli inferi e risalire grazie ai colpi del cupido azzurro. Più o meno la stessa cosa che ha fatto a Parma, quando è arrivato con l’etichetta di giocatore fuori categoria - dato che la squadra militava ancora in Lega Pro -  si è saputo prendere la squadra trascinandola fino in Serie A nel minor tempo possibile, conquistandosi di diritto un posto nell’Olimpo del calcio parmigiano e griffando un’impresa che nessuno era riuscito mai a portare a termine. Adesso l’Arciere vive a Napoli, ha casa li dove è considerato ancora un idolo, dove però ha imparato a vivere tutto con normalità. L’esperienza ha saputo domare alcuni sentimenti, ma non ha certo annacquato le emozioni che solo un uomo di calcio sa vivere in alcune occasioni. 

Calaiò, come arriva il Napoli a questa partita? 

“Ci sono un po’ di problemi, avrete letto e visto quello che è successo nelle ultime settimane. Qualche giocatore ha il contratto che deve essere rinnovato. Questo crea qualche malumore. Non tutta la squadra sta bene fisicamente e psicologicamente. Non giocano tranquilli, da quando c’è De Laurentiis alla guida possiamo dire tranquillamente che questa può essere considerata la prima vera crisi. Il fatto che giocatori si siano rifiutati di accettare il ritiro è sicuramente un segnale che c’è qualcosa che non va”.

Se lo aspettava il cambio di panchina? 

“Mi dispiace per l’esonero di Ancelotti, il calcio italiano ha perso una grande persona, un grande uomo e un ottimo allenatore. Uno dei più vincenti in assoluto. Evidentemente Napoli ha bisogno di un motivatore, è una piazza calda, passionale. Hanno preso Gattuso che ha carattere, uno che sa infondere le sue idee. Ma se le cose non funzionano la colpa chiaramente non è stata solo di Ancelotti. Mi sento di dire che è finito un ciclo.”

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Parliamo di Parma, cosa le è rimasto?

“Quello di Parma è stato un percorso identico o per lo meno simile a quello che ho fatto a Napoli. Anche se qui ho giocato per più stagioni. Sono rimasto legato a Parma, ho lasciato un pezzo di cuore. In quella città sono stato alla grande, io e la mia famiglia siamo stati benissimo. Parma rimarrà sempre dentro di me. Mi è dispiaciuto andare via, lasciare in quel modo”.

A cosa si riferisce? 

“Facile, dai. Alla squalifica. Non avrei mai immaginato di vivere una situazione simile. Non lo auguro a nessuno: sapere di aver fatto soffrire la stessa gente per la quale ho dato tutto mi ha fatto stare molto male. Sapere di aver messo in difficoltà il club per il quale ho dato il cuore... . Per fortuna è andata bene e non è successo nulla. Ormai è passata, parentesi chiusa”

Che partita si aspetta sabato? 

“Si affrontano due squadre che vivono momenti differenti. D’Aversa sta facendo un grande lavoro, lui e il suo staff, i ragazzi, la società, stanno facendo un grandissimo lavoro e a loro vanno fatti i complimenti”.

Non mi dica che si aspettava questa classifica.

“Beh, non mi sorprende. Perché conosco D’Aversa, conosco il suo metodo di lavoro. Ripeto, a lui vanno fatti i complimenti per il lavoro che sta facendo. Parma è una piazza che merita di stare in alto, forse non è una big ma è come se lo fosse per il blasone e la storia”. 

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Qual è stato il suo rapporto da giocatore con D’Aversa? 

“È sempre stato ottimo. Abbiamo vinto due campionati, lo conosco da tempo dato che abbiamo giocato anche insieme a Terni. Lui è molto preparato, pretende ma sa anche dare. Un allenatore che vince due campionai, che si salva al primo anno di Serie A e parte come è partito lui merita i complimenti”. 

Come va la sua nuova vita da dirigente? 

“Sono responsabile del settore giovanile della Salernitana, una società che ha storia, che mi ha dato la possibilità di cominciare a fare quello che sognavo dopo la carriera da giocatore: io ci sto mettendo la stessa passione che ci ho messo quando facevo il calciatore. Voglio andare a caccia di talenti, di ragazzi da valorizzare. Nel nostro territorio ci sono tanti giovani con qualità importanti”. 

Immaginiamo che si sente spesso con Faggiano.

“Per lavoro. Ogni tanto lo sento. Daniele lo conosco dai tempi di Siena, è un direttore sportivo che ha idee e si sta facendo una grande strada davanti. Uno dei migliori “giovani” in circolazione. I risultati parlano per lui”.

Torniamo alla partita: ci dica come se la giocheranno Napoli e Parma? 

“Sicuramente mi aspetto due squadre che vogliono vincere. Il Napoli non lo fa da tempo, dalla partita in casa con il Verona, quella di un mese fa. Il Parma l’ho visto bene, con qualche problema legato alla condizione fisica di qualche giocatore, ma vive un bel momento. Sabato andrò al San Paolo, venerdì invece sarò a salutare i ragazzi del Parma, li ho lasciato tanti amici: dal team manager Alessio Cracolici, a Giuseppe Squarcia, ai magazzinieri, ai fisioterapisti”.

Scelga un giocatore del Napoli che secondo lei può decidere la partita. 

“Dico Mertens: può essere decisivo, quando il Napoli è in difficoltà si affida a lui. Gli viene naturale prendersi la responsabilità di caricarsi il gruppo sulle spalle”.

E nel Parma? 

“Kulusevski, giocatore forte, di corsa e di grande qualità. Lui e Kucka, altro leader che conosco bene avendoci giocato insieme a Genova. Ma attenzione, il Parma troverà un Napoli agguerrito è sicuramente un ambiente carico che spingerà la squadra. Non sarà facile, non lo era prima, figurarsi con questa situazione”.

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