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Parma | Assemblea dei soci. Giuli: 'L'agonia si allunga, non ci sono i soldi per prendere un caffè'

Il presidente Manenti è arrivato alle 13.05, alle 14 e 40 è arrivato anche Roberto Giuli, socio di minoranza che detiene il 10% delle quote grazie a Energia T. I. Group: "Se i soldi non ci fossero? Beh, l'unica strada percorribile mi sembra quella del fallimento volontario". All'uscita dalla sede, uno dei sindaci del collegio ci informa che tutto è stato rimandato

All'uscita dalla riunione, il socio di minoranza Roberto Giuli annuncia che tutto si è concluso con un nulla di fatto: "Noi ci siamo espressi in modo contrario e aspettiamo che il socio di maggioranza metta la sua quota e faccia il primo passo. Il debito è di 56 milioni, il capitale è totalmente azzerato. Noi abbiamo preso coscienza della situazione patrimoniale solo ad assemblea in corso, i dati riportati ci costringono a immettere del capitale liquido per ricostruire la situazione finanziaria. Successivamente ci sarà l'assemblea di Eventi Sportivi e noi siamo fuori. Una banca mondiale si sarebbe resa disponibile, non sappiamo nemmeno il nome. Se i soldi ci sono e servono per salvare il Parma bisogna metterli nelle casse del Parma: ad oggi non ci sono. La verità è questa. Bisogna dimostrate che ci sono garanzie con prove certe e non con chiacchiere. Solo se ci sono garanzie si può approvare il piano, i debiti tributari (Iva e Irpef) ammontano a 30 milioni, e se questi, assieme a quegli altri, verranno coperti il Parma non fallirà.

Di Manenti penso la stessa cosa che pensate anche voi. Lui ha un piano di salvataggio, ha i soldi e aspetta il Tribunale, solo dopo si impegnerà a pagare tutto. Ma io non ho visto né soldi né garanzie, solo chiacchiere. Qua dentro ho lasciato 4 milioni sono già in perdita. Ho esultato con la squadra, mi sono appassionato e a oggi dopo pochi mesi mi fa male vedere questo scenario soprattutto per la gente che vedo lavorare qui. Mi dispiace per gli impiegati e mi da fastidio umanamente. Vedere questa tristezza e agonia mi dà fastidio, quale sarebbe lo scopo di portare avanti questa situazione?  Chi è entrato nel Parma dopo Ghirardi ha scoperto cose che non sapeva ma la situazione era già brutta da tempo. Qua non ci sono neanche quei pochi soldi per comprare il caffè. Il bilancio dal quale ci siamo astenuti portava una perdita di 13 milioni ed era relativo al giugno del 2014. Noi abbiamo ritenuto che non fosse veritiero e al 31 dicembre 2014 ci sono 50 milioni di debiti e a oggi 56 milioni. Non c'è modo di verificare i conti del Parma. Oggi il collegio ha preso atto della nostra contrarietà, ora la società deve essere messa in liquidazione". Un'assemblea fiume, durata circa due ore e venti. All'uscita dalla sede, uno dei sindaci del collegio ci informa che tutto è stato rimandato.

Alle 14 e 40 è arrivato anche Roberto Giuli, socio di minoranza che detiene il 10% delle quote grazie a Energia T. I. Group. "Noi siamo fermi, in questa storia ci siamo trovati coinvolti e quello che dovevamo versare abbiamo versato. La nostra quota oggi vale zero, per la prima volta vedo Manenti, quindi non so dirvi di preciso. Sul tavolo c'è, come avevamo anticipato, servirebbe per la ricapitalizzazione della copertura del debito e mi aspetto che l'azionista di maggioranza faccia il primo passo. Se questi soldi non ci fossero? Beh, l'unica strada percorribile mi sembra quella del fallimento volontario perché i debiti sono quelli che conoscete, anche se questa assemblea è stata convocata in ritardo per quanto mi riguarda". Intanto Manenti è a colloquio con Carpino. 

Ore 13:05- Il presidente del Parma Giampietro Manenti è arrivato al Centro sportivo di Collecchio

Nel terzo venerdì di Quaresima, il 13 marzo, Giampietro Manenti convoca un'Assemblea straordinaria in cui dovrebbero partecipare tutti i soci, sia quelli di maggioranza che di minoranza. In una situazione surreale, ci sarà una riunione straordinaria istituita dall'imprenditore lombardo in qualità di Presidente e Amministratore Delegato del Parma Fc Spa, anche se nessun consiglio vero e proprio lo ha mai eletto. Perché di fatto, l'assemblea che doveva esserci al 20 di febbraio, non ci è stata, causa impegni "presidenziali". In questa assemblea si doveva ricostituire tutto il Consiglio di Amministrazione, decaduto al momento dell'entrata di Manenti in società, a causa delle dimissioni di Kodra, al tempo presidente. Tutto il resto del consiglio, in seguito al suo insediamento, si è dimesso un minuto dopo e di fatto un consiglio vero e proprio nemmeno c'è. Il signor Manenti agisce in qualità di amministratore unico, in un Parma che avrebbe dovuto avere, in situazioni normali, un capitale nominale di 20 milioni e che, in seguito alle perdite, è stato abbondantemente azzerato. Per far si che la società rimanga in bonis e proseguire nella sua attività, bisognerebbe coprire le perdite, (il numero ufficiale di debiti dovrebbe totalizzarsi in questa giornata straordinaria, a meno di clamorosi colpi di scena).

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E in questa giornata, l'ennesima senza campo (Donadoni ha lasciato il venerdì libero ai calciatori, mah...) si dovrà decidere la ricapitalizzazione delle perdite: eventi sportivi con il 90% ed Energy T. I. Group con il suo 10%, dovranno impegnarsi a versare quasi 100 milioni di euro, il tutto a ridosso di una udienza fallimentare. Di fatto, a meno del classico coniglio dal cilindro, il dottor Manenti difficilmente procederà alla ricapitalizzazione, anche perché se la Eventi Sportivi (controllante del Parma) avesse avuto dei soldi, non saremmo arrivati fino a questo punto. Che succede oggi? A che serve questa assemblea straordinaria? Ci sono due strade: o i soci deliberano, sottoscrivendo il capitale necessario alle coperture delle perdite, a questo punto il socio di minoranza potrebbe decidere anche di non partecipare perché non c'è obbligo, oppure si procederà con la messa in liquidazione. Tutto a ridosso di un'udienza fallimentare- E, nelle eventuali indagini di bancarotta fraudolenta che riguarda la vecchia gestione, ci potrebbero finire tutti quelli che sono intervenuti nel nuovo corso, quelli che hanno avuto il potere di deleghe e non hanno fatto nulla per migliorare la situazione. Anche loro potrebbero rientrare nell' indagine...

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