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Grassi, il primo acquisto del Parma: ma serve un centrocampista

Il giovane bresciano è diventato l'undicesimo marcatore stagionale

Chissà come si sarà sfregato le mani ‘nonno Angiulì’ dopo il gol del nipote. Angiulì, diventato celebre grazie ai racconti social di Alberto Grassi, autore dell'ultimo gol del decennio di un Parma sorprendente. Il centrocampista crociato può considerarsi a tutti gli effetti il primo acquisto di questa nuova sessione di mercato che non ha ancora ufficialmente aperto i battenti, ma che nel frattempo regala a D’Aversa un giocatore sicuramente ritrovato nello spirito. Alberto Grassi è sicuramente l’uomo nuovo, colui che si è preso la copertina dell’ultima partita dell’anno, entrato di diritto nelle cronache di un Parma che grazie al suo stacco perentorio si è avvitato attorno al punto prezioso raccolto nella gara con il Brescia.

Con qualche giorno di anticipo Grassi si è travestito da Babbo Natale, ha messo dentro il sacco il primo gol in maglia Parma, dopo 581 giorni, regalando a D'Aversa un sorriso inaspettato. Si è arrampicato in cielo raccogliendo la splendida imbeccata di Kulusevski e ha posto fine  a un calvario – si spera – che durava da giorni. Da mesi. Praticamente da sempre, da quando è arrivato a Parma, prima in prestito dal Napoli, poi a titolo definitivo inserito in mezzo all’operazione Sepe, chiesto a gran voce da Roberto D’Aversa che lo ha richiamato a tutti i costi alla base per fare in modo da ripristinare le gerarchie. D’Aversa, lo stesso che lo ha atteso mezza stagione prima di buttarlo in mischia nella partita più importante dell’anno scorso, quella con la Fiorentina che ha visto il Parma imporsi per 1-0 al Tardini e staccare il biglietto per la Serie A, la stessa che sta disputando la squadra di Bob che è tornato fermamente a credere in Grassi dopo mesi. 

Sono 57 gare saltate in cinque anni tra Spal, Napoli e Parma appunto. Con il Brescia Grassi è sbucato dal nulla per appendersi su quell’ultimo pallone prima di scaraventarlo in rete con un colpo di testa che per ora ha allontanato il momentaccio e restituito al giocatore un misto di fiducia nei propri mezzi e di consapevolezza. Una palla pesante, finita alle spalle di Joronen all’ultimo respiro. E da qui che ricomincia la sua corsa per riprendersi il Parma, lo stesso che ha saputo attenderlo, credere in lui e riscattarlo a suon di milioni prima di affidargli il centrocampo. Domenica Grassi ha saputo ritagliarsi un posto nella cooperativa del gol, diventando l’undicesimo giocatore del Parma che si trova a timbrare il cartellino.

Lui, nato a Lumezzane in provincia di Brescia 25 anni fa, cresciuto all’ombra del nero e dell’azzurro dell’Atalanta, ha saputo vivere un mezzo derby con tutto quello che ne è conseguito: “Non importa che abbia fatto gol al Brescia – ha detto a fine partita – l’importante è che sia servito a evitare la sconfitta”. Apprezzerà D’Aversa che, finalmente, può vantarsi di aver avuto ragione dopo tanti giorni ‘no’ e si trova a ringraziare il direttore sportivo Daniele Faggiano che ha capito le esigenze del suo tecnico e ha fatto di tutto per accontentarlo. E adesso gode – assieme alla proprietà – di frutti inaspettati, un bel biglietto da visita per un eventuale futuro acquirente che vorrà caricarsi sulle spalle un Parma al momento super, che si trova al settimo posto e che piacerà anche a nonno Angiulì, l’alter ego di Grassi che finalmente – dopo 581 giorni – si è saputo scrollare di dosso la ruggine ricordandosi di come si fa gol.

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