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Parma, Lucarelli non ci sta: “Accuse gratuite, non cancellano la storia”

Il capitano, ormai club manager alla Gazzetta dello Sport: “Criminalizzare un giocatore per tre messaggi è ingiusto”

È in vacanza in Grecia, a Mykonos, con la famiglia. Ma non è tranquillo. Alessandro Lucarelli avrebbe dovuto vivere un’estate sensazionale dopo tre promozioni storiche e l’addio al calcio in stile romantico: chiudere con una vittoria, e che vittoria, è sempre il massimo. “Leggere alcune cose mi fa imbestialire, mettere in discussione tutto per un “pippein” e un “cazzein” è pazzesco - dice l’ex capitano crociato a La Gazzetta dello Sport -. È davvero una cosa che nessuno di noi riesce ad accettare. Questo è il riscatto di una società, di una squadra, di un’intera città dopo le macerie sportive di un fallimento. Nessuno ci ha regalato niente, ci siamo guadagnati tutto scrivendo una pagina indelebile che nessuno può cancellare. Non possono quei tre messaggi completamente irrilevanti togliere a questa squadra e a questa tifoseria quello che è stato ottenuto sul campo. Calaiò? Sì, possiamo considerarla una ingenuità la sua ma da qui a passare alle accuse che sono state mosse... criminalizzare un giocatore e pensare a un tentato illecito sulla base di quei tre messaggi, perché non c’è altro, lo trovo profondamente ingiusto. Sono sicuro che chi dovrà giudicare saprà valutare correttamente l’accaduto. Sono sicuro che i tifosi si stringeranno ancora più forte intorno a questo Parma. Uniti intorno alle difficoltà abbiamo raggiunto grandi traguardi”.

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