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Parma, Lucarelli vicino all’addio. Ma...

Il capitano avrà una serie di incontri con la proprietà. Per lui eventualmente è già pronto un contratto da club manager

Le ore successive alla promozione hanno sempre più il sapore del miracolo. Pensare a quello che è stato a La Spezia, all’attesa, al tempo che non passa, all’ansia travolta dal boato di felicità dei tifosi che ha coinvolto i giocatori in campo, l’allenatore in panchina e i dirigenti in tribuna è da pelle d’oca anche dopo. Capire che è stata fatta la storia, che si è arrivati all’impresa, che si è entrati nella leggenda, non è facile neanche a distanza di qualche giorno. Prendete Alessandro Lucarelli, ad esempio, il simbolo sulla copertina di un libro favoloso scritto da diversi interpreti: non ci crede ancora, non ha realizzato né è pronto a pensare ad altro. 

Tant’è vero che non ha deciso cosa farà da grande. Sulla sua scrivania, preparata appositamente per l’occasione, c’è già un contratto da club manager che aspetta di essere firmato. Un posto in società per un’icona tutta parmigiana che si è ritagliato uno spazio importante nel calcio italiano e un piccolo angolo di immortalità. A quasi 41 anni, il capitano si sente ancora un giocatore, sta valutando cosa fare e come (eventualmente) annunciare l’addio al calcio giocato - se di addio si tratterà -. Sicuramente questi giorni immediatamente successivi alla promozione lo hanno coinvolto emotivamente in decisioni difficili. Lasciare all’apice dell’avventura leggendaria – che lo ha visto cadere con un tonfo pesantissimo negli inferi della Serie D per poi risplendere in tre anni della luce gloriosa dell’impresa di arrivare in A – sarebbe la decisione più logica per lui e la sua famiglia. Ma il calciatore che è in lui non è ancora pronto a lasciare spazio a documenti da firmare in giacca e cravatta né a interviste come uomo di raccordo tra la parte tecnica, il campo quindi, e la società. Il ruolo di club manager prospettatogli dai soci del Parma e avvallato dal direttore sportivo Daniele Faggiano e dall’allenatore Roberto D’Aversa, aspetta solo di essere incalzato dal capitano che, ormai, si sta lasciando andare all’idea del prossimo anno dietro una scrivania. 

A La Spezia potrebbe essere stata infatti la sua ultima apparizione da giocatore (non sappiamo onestamente se – nel caso di addio – la società accetti di fargli fare una passerella d’onore prima del ritiro vero e proprio con la maglia del Parma in Serie A) e le probabilità minime (ma reali) che ci sia un ripensamento in questi giorno sono tutte da calcolare. Intanto la società, dopo la sbornia per la promozione, si è rimessa a lavoro, ha riattaccato la spina e procede con incontri volti a pianificare il futuro. Uno tra il Ds Faggiano, l’allenatore D’Aversa e il team manager Cracolici è servito anche per programmare il ritiro estivo. Che non sarà più a Pinzolo ma in Val Venosta, in una località a venti chilometri da Malles. Ritiro che presumibilmente partirà nei primi giorni di luglio, con la società che non ha ancora comunicato sede e date in maniera ufficiale.

Ci sarà da fare il punto con il mercato, con la strategia di Daniele Faggiano che sarà quella di puntare su uno zoccolo duro costituito dalla vecchia guardia e di formalizzare tre, quattro acquisti importanti attorno ai quali inserire gradualmente prestiti da big di giovani promettenti e qualche ragazzo da poter valorizzare in pieno. L’arrivo di Jang Lizhang che sarà a Parma nel week end, servirà anche per potersi mettere a tavolino e discutere quello che verrà. Dal 30 giugno il presidente cinese avrà lo scettro del comando senza tralasciare – ovviamente – le linee guida dei soci parmigiani che rappresentano la garanzia per i giocatori e i tifosi, attesi domenica allo Stadio Tardini per l’ultimo bagno di folla stagionale.

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