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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Derby, capitani e maglie: trovata la soluzione

Non solo a Lucarelli, neanche a Reggio piaceva l'idea. Ecco la soluzione...

Con ogni probabilità domenica, poco prima del fischio d’inizio di Parma-Reggiana, le due squadre entreranno in campo con una maglietta celebrativa, dedicata al Fair Play e al rispetto dell’avversario. Una soluzione semplice, che spegne ogni tipo di polemica e che mette d’accordo tutti, dopo la bufera mediatica che si è abbattuta su Alessandro Lucarelli e sul Parma. Già, perchè anche dalle parti del Mapei Stadium più di qualcuno aveva storto il naso cercando di capire come evitare un gesto simbolico che avrebbe causato imbarazzo.

La settimana del derby tra Parma e Reggiana si era aperta con una notizia (vecchia di tre settimane, a dir la verità) secondo la quale il capitano crociato Alessandro Lucarelli avrebbe espresso la volontà di non scendere in campo seguendo il protocollo messo in atto dalla Lega Pro in accordo con l’Aic dopo l’ indegna (perchè va chiamata con il suo nome) aggressione ai danni dei calciatori del Taranto. Per dare un “segnale forte”, infatti, da qualche settimana i capitani delle squadre della vecchia “Serie C” entrano in campo con la maglia della squadra avversaria. Un gesto simbolico, una soluzione che, però, non sposta praticamente nulla. Ogni segnale è comunque importante, ma per cambiare il calcio bisogna in primis lavorare molto sull’educazione, sulla civiltà, partendo dalle scuole, e non solo quelle calcistiche. Ma ce lo vedete Totti con la maglia della Lazio? O Maldini con quella dell’Inter? Per carità, si potrebbe anche fare, ma per quale motivo? Che senso avrebbe tutto questo? Il Fair Play significa rispetto dell’avversario e la grande volontà di batterlo cercando di mettere tutto in campo. Una lotta vera e propria, ma sportiva, in cui (a dire il vero sempre meno, nel calcio moderno), ventidue giocatori in campo si battono per una maglia, per dei colori e per delle comunità intere. In un calcio sempre più globalizzato certe tradizioni sono da preservare. Per cambiare il calcio, inoltra, bisogna però anche conoscerne gli ingredienti che da decenni lo rendono la cosa più importante tra le cose meno importanti, e soprattutto tenerne conto. I colori, le tradizioni, i campanilismi che sono quel pizzico di sale in più che rendono il piatto indimenticabile. In quest’occasione si è trovata una soluzione. Tutti si augurano che regni il Fair Play. Ma quello vero, non quello figlio di gesti simbolici. 

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