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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Parma, riparti convinto assieme a Dezi

Il centrocampista autore del gol che vale la vittoria si scusa per il gesto polemico dopo l'esultanza

Affermare o solo pensare che il Parma sia guarito sarebbe l'errore più grave. Da non commettere assolutamente perché la vittoria di Salerno non ha lavato le macchie a una squadra che ancora deve crescere ma che, nello stesso tempo ha mostrato dei miglioramenti ritrovando la solidità difensiva (cavallo di battaglia di Roberto D'Aversa), la compattezza (vista in campo con i reparti più corti del solito e meno distanti tra loro) e anche la voglia di soffrire. L'atteggiamento da provinciale - che in casi come questo può essere una virtù, nessuno si senta offeso per questo - ha dimostrato che la difficoltà c'è e che si può superare facendo le cose semplici, ridando qualche certezza alla squadra che nel giro di un mese e mezzo le ha smarrite completamente, ritrovandone una piccola parte tra il Tardini e Salerno: quattro punti in due partite (contro Venezia e Salernitana) con il rammarico di averne lasciati due - altri due, gli ennesimi di questa stagione - per strada e la consapevolezza di aver quasi superato il momento più buio della gestione D'Aversa. D'accordo, sabato al Tardini ci sarà il Palermo, l'avversario più difficile da affrontare in questo periodo ma sarà comunque un bel banco di prova per valutare se il peggio è passato davvero. Di certo lo si affronta con una dose maggiore di serenità ritrovata grazie alla vittoria contro la Salernitana e ai timidi segnali di ripresa visti con il Venezia. D'Aversa ha in pugno ormai la sua panchina, l'ha salvata per davvero stavolta ma uno scivolone pesante potrebbe rimetterla in discussione. Ed è per questo che bisognerebbe evitarlo a tutti i costi, anche nell'ottica di una rincorsa alle prime posizioni sfuggite di mano e allontanatesi parecchio nel giro di un paio di mesi, dove il Parma è stato capace - prima della partita di Salerno - di accumulare nove punti in dieci partite e finire praticamente fuori dalla zona play off. Un disastro se si pensava che prima dell'8 dicembre (data del pareggio di Terni), i crociati respiravano aria di alta classifica. Colpa di un'involuzione nel gioco - mai brillante ma strettamente pragmatico per un periodo - e soprattutto negli uomini chiave di una squadra che si sta ritrovando e che piano piano cerca di recuperare almeno in parte il talento sopito di Jacopo Dezi. 

Dezi, riparti dalle scuse

Uno che fa discutere nel bene e nel male. Il protagonista della vittoria di Salerno - suo il gol che ha sbloccato il risultato - è riuscito a farsi notare non tanto per il piattone con cui ha depositato in rete il regalo di Calaiò, quanto per essersi portato le mani all'orecchio dopo averle aperte e chiuse con riferimento alle critiche che sono piovute su di lui in questi mesi. Il tutto dopo un periodaccio suo e della squadra, dopo che i tifosi hanno sostenuto la pesantezza di un viaggio di 700 chilometri per vedere lui e i suoi compagni all'opera.

Con il freddo e il gelo di Burian e dopo una partita nemmeno troppo esaltante del centrocampista tornato al gol dopo mesi dopo nove mesi (l'ultimo prima di ieri lo aveva segnato con il Perugia, contro il Latina nel maggio 2017). Scegliere di festeggiare il primo - pesante ma tutt'altro che esaltante - con la maglia del Parma in quel modo non è stata di certo una gran mossa, con tutto che dopo si è presentato in sala stampa per chiedere scusa pubblicamente, sottolineando che il gesto non è stato rivolto ai tifosi, che si è trattato di uno sfogo, perché lui stesso deluso da quello che ha fatto fino ad ora. E ne ha tutto il diritto, dato che l'investimento più oneroso del Parma nel mercato estivo si era ridotto a 1669 minuti di irritante inconsistenza. A Salerno, oltre al gol segnato e alla polemica esultanza chiarita nel post gara, si è mosso anche bene seguendo l'azione e accompagnando spesso con tagli all'interno dell'area da mezz'ala vera. Coperto da Vacca (entrato al posto dello sfortunato Scozzarella) e da Scavone (abile equilibrista), Dezi è stato più libero di andare a cercare gloria e di trovarla. E avrebbe potuto trovarne altra se non fosse per l'imprecisione che di certo non si addice al suo talento. Che per ora è stato abbastanza invisibile e chissà che adesso non emerga definitivamente. E che le scuse - che andrebbero accettate - possano essere un nuovo inizio. 

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