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VISTA DALLA CURVA | Che Spal...lata, come dei ‘nador’

In viaggio con il super tifoso

Al minuto settanta di Parma Spal la salvezza era una pratica archiviata: più diciassette sulla terzultima e tanti saluti.

Al minuto novantaquattro nervoso, incazzatura e pensieri poco carini verso i ventidue in campo mi ricordavano che la salvezza è ancora tutta da conquistare e piaccia o non piaccia se al triplice fischio di Abisso il risultato diceva Parma due Spal tre la colpa nel nostro piccolo è un po'di tutti.

Già, se la Spal ha uccellato i crociati rimontando due gol negli ultimi venti minuti è colpa di tutti. Colpa della squadra che si è seduta dopo aver raggiunto il due a zero senza particolari sforzi e senza nemmeno troppi meriti, colpa del mister che non è stato bravo a leggere l'all-in di Semplici che ha tolto un difensore per una punta ed inserito un trequartista per lo spento Valdifiori lasciando il Parma in inferiorità numerica nella zona nevralgica del campo dove, oltre all'uomo in meno è venuto a mancare anche l'ossigeno agli acciaccati Kucka, Barillà e Scozzarella. Sono dunque bastati venti minuti di Spal a trazione anteriore per trasformare una vittoria fondamentale in una clamorosa figuraccia perché quando perdi tre a due in rimonta sei un “Nador”.

Capitolo a parte merita il pubblico crociato. Ottanta minuti di nulla. Ottanta minuti passati a lanciare cori lunghi, complicati per chi è estraneo al mondo Boys, ottanta minuti persi ad essere surclassati dai cori secchi, brevi ed intensi dei tifosi estensi. Non si può nemmeno lontanamente pensare che il tifoso medio segua un coro come “Giocatore giocatore…”. Dopo tre parole il non ultras si perde e questo forse il direttivo dei Boys fa fatica a comprenderlo, ci mancherebbe, nulla contro i Boys ma serve qualcosa di più breve ed intenso per accendere un pubblico già di per sé freddino come quello crociato.

Un pensiero nella sciagurata domenica calcistica lo merita Baraye. Il ragazzo avrebbe meritato almeno un minuto in A ma purtroppo non tutte le favole hanno un lieto fine, auguro al maestro un buon proseguimento di carriera e forse chissà…

Ora testa e cuore alle prossime sfide, la salvezza è dietro l'angolo ma se abbassi un attimo la guardia come oggi tutto diventa più difficile…

Luca Cavallina

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