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Il Parma ha trovato il suo leader: Bruno Alves

Il portoghese - molto amico di Cristiano Ronaldo - si è preso la scena. Alla scoperta di Magellano, giocatore tutto campo e famiglia che va pazzo per l'avocado

Mentre aspetta sua moglie Rute, e l'arrivo dei tre figli Adriana, Edoardo e Leonardo, Bruno Alves si gode Parma e si allena con al professionalità e la personalità di chi ha vinto dappertutto. In Portogallo con il Porto e la Nazionale, in Russia con lo Zenit, in Turchia con il Fenerbahce. Quando è sbarcato a Parma, Magellano (lo chiameremo così in onore del navigatore portoghese che ha tracciato la prima rotta per la circumnavigazione del globo senza portarla a termine perché è stato ammazzato nelle odierne Filippine) ha stregato subito Roberto D'Aversa che, in uno dei primi colloqui, ha capito subito l'importanza di avere in Serie A (al tecnico sconosciuta prima del debutto di domenica) un giocatore di spessore tecnico e morale soprattutto che, dall'alto dei suoi 37 anni, si sa districare nelle situazioni più complicate. L'amico di CR7 - ci gioca insieme dai tempi dell'Under 21 - ha davvero lasciato il segno nel giro di pochissime settimane, dimostrandosi il degno erede della fascia che Alessandro Lucarelli ha lasciato incustodita. Senza Calaiò (vice capitano designato), Gianni, altro veterano e Scavone, D'Aversa lo ha investito di una carica importante, responsabilizzandolo e credendo particolarmente in lui sia dentro che fuori dal campo.

E crediamo che sin dalle prime battute di Parma-Udinese, gara d'esordio in Serie A per i crociati neo promossi, si sia ben presto colto il motivo di tale scelta. Chi lo conosce bene lo descrive come un ragazzo tranquillissimo fuori dal campo, uno che dedica il suo tempo alla famiglia e ai tre figli che vuole indirizzare a tutti i costi verso una vita da sportivi, avendone capito i vantaggi che in termini di benessere fisico può dare una selta del genere. Un personaggio, amico di tutti, che non rifiuta mai una fotografia e che si dimostra disponibile anche soprattutto con i tifosi più piccoli. In molti lo hanno già eletto a idolo e l'intervento in scivolata su Lasagna è stato accompagnato da un boato seguito da applausi convinti. "Seguiamo Alves perché è un giocatore straordinario - ha detto Barillà nel post partita - , un giocatore che ti dà insegna molto. Fin dal primo giorno ci ha stupiti per qualità fisiche e tecniche. Gioca con la palla, salta alla grande, ci dà tanto, noi lo seguiamo". Tanto tranquillo fuori, quanto grintoso dentro al campo, dove diventa davvero un osso duro per gli avversari. E forse anche per qualche compagno. Probabilmente, a proposito di questo, Stulac avrà ancora nelle orecchie le sue urla quando troppo facilmente - spesso domenica sera - si è lasciato infilare in mezzo dalla manovra friulana che nel secondo tempo ha fatto vacillare parecchio tutto il Parma, compreso Bruno che però non ha molltato e si è rimesso in piedi da lottatore, da leader naturale. Il carisma evidente, unito all'esperienza fanno di lui un punto fermo di questo Parma, nel quale alla prima uscita si è ritagliato un bel po' di spazio. 

In un mercato che ha regalato poche certezze, oltre a Inglese i tifosi hanno scoperto Alves, che a Cagliari e ovunque ha lasciato il segno. Bruno si è fatto apprezzare sia in campo che fuori in Sardegna, ai tempi di Cagliari aveva legato parecchio con Borriello e andava pazzo per l'avocado, un ingrediente che praticamente mette su tutti i piatti. Anche nelle pause di allenamento consuma avocado: come se fosse l'elisir di lunga vita. Quando arriva a Cagliari, Bruno sorprende tutti con una richiesta atipica chiedendo ai dirigenti di allora dell'avocado e dell'olio di cocco. Prima di partire per il ritiro, il campione d'Europa si vede recapitare una cassa di avocado e una di noci di cocco dal quale ricavare l'olio. Scelta infelice dei sardi. Evidentemente quella di Alves è stata una richiesta accolta a metà: passi l'avocado, ma le noci? Prima di esplodere in una grassa risata, ha ringraziato i dirigenti ed è partito per il ritiro.bruno-ansa-due-2 Ed è lì che il feeling con Borriello si è instaurato. Erano diventati veramente amici, un legame che si è trasferito poi sul campo ed è servito per tenere unito il gruppo insieme.

Soprattutto nei momenti di difficoltà: come ad esempio a Bologna, quando il Cagliari è sotto di un gol e un suo compagno si guadagna una punizione dal limite. Lui è molto abile con i piedi, dispone di una buona visione di gioco e di un destro delicatissimo in fase di impostazione, stava aspettando quel momento. Borriello gli si avvicina mentre addomestica il pallone per posizionarlo con cura sulla lunetta e poi calciarlo in porta. Gli chiede se può battere perché si sente di far gol. Bruno alza le mani e gli cede la punizione che l'attaccante trasforma in rete per il pari del Cagliari che vale un punto ai rossoblù. Un punto, Bruno Alves se lo è guadagnato anche ieri, quando la Nord - che di solito non dedica mai cori spontanei ai giocatori - lo ha adottato e accompagnato in ogni giocata con boati e cori di incitamento sfociati in applausi di approvazione a conferma della bella impressione che il nuovo capitano ha fatto a tutti. Prima di lui, un altro portoghese aveva infiammato i cuori gialloblù: Fernando Couto. Come Bruno, arcigno, aggressivo e di temperamento. Dopo soli 90', l'attuale capitano del Parma si è già preso il popolo crociato e, da quando è arrivato, ha pure fatto 'da balia' a Da Cruz per limitarne i 'danni' di gioventù, dato che vede in lui un grande potenziale. In attesa che affini la sua intesa con il resto dei compagni, Bruno è già un punto di riferimento per tutti. E tra due settimane aspetta il suo amico CR7 per una sfida che vale già una stagione. 

Credit photo: Ansa

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