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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sulle orme di Bergamasco. Sarto non ci crede: "Io in Nazionale? E' pazzesco"

Padovano come Mauro, Jacopo, terza linea delle Zebre, si gode il momento: "La chiamata di Brunel? Non ci credevo. Del pre-raduno me lo ha detto Biagi, mentre della convocazione Chistolini, io non stavo guardando nemmeno il cellulare..."

Dal nostro inviato

Il Sei Nazioni si avvicina, il grande rugby coinvolge direttamente anche Parma, e le Zebre in particolare, che danno alla Nazionale di Brunel ben 13 giocatori. E tra questi c'è anche la terza linea Jacopo Sarto che raggiunge il fratello Leonardo a Roma, nel raduno azzurro. Prima tappa, Stade de France, contro i galletti rivoluzionati: da giocatori nuovi a guida tecnica cambiata, nulla è più come prima oltralpe. Jacopo lo sa, e cerca di spiegarlo anche a parmatoday.it che lo ha incontrato prima della partenza per Roma: "Vedrete ragazzi, ci saranno delle sorprese". Lui, veneto come i Bergamasco, famiglia legata a doppio filo al rugby, viene dal Petrarca Padova, che è un'istituzione per la palla ovale.

Una 'cantera' florida che spesso ti appiccica delle etichette scomode, per le quali parti avvantaggiato a priori, e hai pressioni che forse, non sono facili da gestire. Eppure Sarto ci convive da un bel po'. Il grande rugby gli regala la possibilità di dimostrare che lui è pronto ora, anche se non a posto fisicamente: "Salto la prima gara, ho un problema alla gamba - dice a parmatoday.it - ma già essere in Nazionale è una cosa bellissima, pensare che qualche anno fa lo potevo guardare solo  in tv e ora rischi di mettere piede in campo, rischi di giocare, è pazzesco". E via con le emozioni che seguono alla chiamata: "Il primo raduno? Non stavo guardando il cellulare, me lo ha detto George Biagi, per la convocazione è venuto da me Dario Chistolini e mi ha detto: 'Ciao, bravo, vieni al Sei Nazioni'. L'ho guardato come per dire: 'Sei fuori?' Ci ho messo un po' a realizzare ma solo quando arrivi la ti rendi conto che qualcosa di vero c'è". Per Sarto, l'obiettivo è vincere: "Sarà un Sei Nazioni ricco di sorprese, noi dobbiamo avere l'obiettivo di vincere tutte le partite, da quelle di Eccellenze a quelle con le Zebre, fino alla Nazionale. Senza ambizione si parte già perdenti e tanto vale non scendere in campo a rimediare figuracce".

Altro che figuracce: le Zebre per ora sono la sorpresa positiva di un campionato interessante, la società e la squadra hanno fatto passi avanti, i risultati sono il frutto del lavoro. "Il cambio dell'allenatore, dello staff in generale, ha portato parecchi benefici alle Zebre - dice Jacopo - perché il gruppo ha assimilato un lavoro nuovo, in più c'è la cura dei dettagli e tutti i giovani che c'erano prima, che venivano dall'Eccellenza, hanno imparato a fare i conti con la categoria. Quest'anno ci conosciamo un po' tutti, il lavoro paga. C'è chi è al secondo anno, come me, di Celtic League, e che ha imparato a convivere con le pressioni. Vi racconto questa: una delle prime volte che torniamo da una trasferta, quella di Gloucester, troviamo un gruppo di ragazzi che stavano aspettando noi, per festeggiare. Questo mi ha toccato profondamente. La gente segue, quando si va in giro hai la soddisfazione di essere fermato dai tifosi e rispondere che te la sei giocata e che hai vinto. La soddisfazione più grande è quella di vedere la crescita giorno dopo giorno, che i risultati arrivano. C'è molta attenzione al dettaglio, molti errori piccoli li abbiamo eliminati, la difesa è migliorata, adesso c'è da migliorare l'attacco"

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