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Serie A, i conti non tornano: se salta tutto sono 720 milioni di perdite

I club a lavoro con FIGC, CONI e Governo per trovare una soluzione e stilare un piano dal quale ripartire

Di questi tempi l'incertezza regna sovrana. Il calcio - come il resto dei comparti - si è infilato in un tunnel e non certo per volere suo - senza vedere più la luce alla fine dello stesso. Sembra non bastino assemblee su assemblee per pianificare gli eventi e garantire la fine di un torneo che, se non arriva al traguardo, costerà come danno sistemico la bellezza di 720 milioni di euro tra mancati incassi, diritti televisivi e merchandising. Numeri enormi che spingono la Lega Serie A ad avanzare alcune richieste durante l'Assemblea annunciata e tenuta in videoconferenza, a Gabriele Gravina, presidente della FIGC. Gravina non sarà l'ultimo destinatario di tale richieste, ci sarà da contrattare con il CONI - la massima autorità sportiva italiana - e poi con il Governo, rappresentato dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.

La situazione è aperta purtroppo a qualsiasi scenario e la situazioen che prima nessuno voleva prendere in esame (il rischio di chiudere tutto senza portare a termine le competizioni) a oggi pare probabile. Bisogna capire da dove e come, per questo la Serie A, avrebbe chiesto aiuto stilato sei punti: misure economiche per sostenere il costo del lavoro, un diverso piano di ammortamento ma anche nuove forme di finanziamento, come le scommesse sportive. Chiesta poi una diversa organizzazione della vendita dei diritti sportive e di misure utili per incentivare la costruzione di nuove infrastrutture. Questo secondo Sky. Se non si riparte, la perdita per la Serie A sarebbe di 720 milioni di euro, per la Serie B sarebbe di circa 150-200 milioni di euro. Per la Lega Pro, invece, la forbice va da un minimo di 20 milioni di euro a un massimo di 84 milioni di euro di perdite. 

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