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Senza D'Aversa, a Torino tocca all'uomo-ombra Tarozzi

L'ex difensore di Bologna e Fiorentina è con Bob dai tempi di Lanciano. C'è un precedente: quello con il Mantova in Lega Pro

Dopo 1077 giorni tocca di nuovo ad Andrea Tarozzi guidare le operazioni e indossare il vestito nuovo, quello che di solito si conserva per le grandi occasioni. Via la tuta del vice, via gli auricolari che servono di solito per comunicare con il match analyst Marco Piccioni. Sarà lui, in giacca e cravatta, a impartire le nozioni che Roberto D’Aversa ha seminato in settimana per affrontare il Torino, squadra ferita e per questo forse più temibile, malgrado il momentaccio che vive la squadra di Longo. Sarà dunque Tarozzi a sbracciarsi a bordo campo, come fece in occasione della partita di Mantova, il 12 marzo 2017: quella che terminò 1-1 nel momento più buio della stagione per il Parma di D’Aversa in Lega Pro. Allora come adesso la squadra era falcidiata da infortuni. Anche allora Bob fu costretto a scontare una squalifica: per una stretta di mano decisamente energica accompagnata da uno ‘scandaloso’ rivolto all'arbitro nel dopo partita teso di Forlì. Allora furono due giornate. E’ andata meglio a questo giro: dopo 5 ammonizioni è scattata la squalifica che costringe il tecnico crociato a starsene in tribuna.

Pazienza se la squadra non sentirà il fiato del suo sergente sul collo. Lo avvertirà lo stesso. Tocca quindi ad Andrea Tarozzi, vice silenzioso, esperto di tattica, professionista preparato che ha scelto di stare all’ombra di Roberto D’Aversa dai tempi di Lanciano. La sua collaborazione con il tecnico del Parma è stata ricca di successi, nella storica scalata ha si è saputo ritagliare lo spazio senza essere invadente. Dopo aver vissuto in prima linea il salto in alto del Bologna dalla C alla A, quando era calciatore, è riuscito a replicarlo anche da vice, un ruolo sempre delicato e nello stesso tempo importante. Meno ‘vulcanico’ di Bob, può essere definito la sua coscienza; dopo essere stato a lungo secondo di Fulvio Pea, da Sassuolo a Padova, passando per la Juve Stabia, Tarozzi si è legato a D’Aversa sposando il suo credo calcistico e rilevandosi una controfigura notevole per la crescita tattica della squadra, oltre che per quella sua professionale. Nei precedenti scontri con il Torino da calciatore vanta uno score non propriamente invidiabile. In quattro partite ha battuto solo una volta i granata, perdendo per ben tre volte. Ma domenica servirà la sua lucidità in panchina, per guidare la squadra in un'altra battaglia che la vede priva del suo generale ma con il suo ammiraglio in prima linea.

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