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tutela di colorno dalle alluvioni

Idee e proposte per reale pari dignità tra Parma e Colorno.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday A seguito dell’incontro svoltosi presso la meravigliosa Aranciaia di Colorno nel pomeriggio del 25 settembre, sul dissesto idrogeologico e la tutela di Colorno, abbiamo potuto trarre le seguenti conclusioni. Dopo una giustamente preoccupata introduzione del Sindaco Stocchi, molto attento agli sviluppi dei progetti di regimazione in itinere, gli Enti preposti hanno spiegato le strategie in corso d’opera e da applicare probabilmente in futuro. Cogliamo con soddisfazione un nuovo percorso critico che ha messo al primo posto le incertezze dei dati idrologici ed idraulici oggi conosciuti, il bisogno di nuovi modelli in scala riguardo la cassa di espansione del Baganza e la necessità di studiare zone esondabili lungo l'asta fluviale. Riteniamo di assoluto interesse finalmente, il chiarimento sulla cassa di espansione (Parma e la futura cassa sul Baganza) che non potranno mai essere presidi utili per la tutela idrogeologica di Colorno. In particolare la cassa di espansione di prossima costruzione sul Baganza, non farà altro che accelerare il deflusso di acqua a valle, portando Colorno ad un maggiore rischio idraulico. Diverse sono state le possibili soluzioni illustrate dagli esperti al pubblico, come quella di ridurre l’altezza del terreno Golenare, e l’installazione in punti “strategici” di ulteriori paratie mobili grazie a finanziamenti di 90 mila euro. Tutte soluzioni a nostro avviso interessanti ma non definitive. Ciò che va fatto a nostro avviso per salvare Colorno, è un progetto di esondazioni controllate partendo fin dai monti, portando l’acqua a scorrere fuori alveo, rimpinguando le falde ed eventualmente realizzando dei laghetti utili per l’irrigazione o per l’itticoltura. Per quest’ultima possibilità la regione Emilia - Romagna, ha a disposizione un ufficio preposto in grado anche di supportare il comune all’accesso di finanziamenti europei. Se la cassa di espansione sul Baganza, ritenuta la soluzione di tutti i mali, è stata ritenuta in sede di convegno, insufficiente; ricordiamo che essa non sarà pronta prima di 10 anni, o come è stato rettificato alla nostra domanda pubblica di ieri, in 5 anni. In 5 anni Colorno continuerà ad essere ad alto rischio idrogeologico e l’unica alternativa plausibile è quella di far arrivare meno portata liquida nel nostro territorio, tanto da poter demolire quegli orrendi muri che chiudono oggi il porticato della Reggia. Abbiamo fatto delle proposte attuabili nell’immediato e con minima spesa. Una delle nostre osservazioni è stata quella di rimuovere le porte vinciane del Lorno lasciando funzionanti le paratie mobili regolabili che già sono installate al di sotto delle stesse. Porte vinciane difese strenuamente dai progettisti, ma che, dirigono le piene verso la piazza e la Reggia, togliendo la possibilità di scaricarne una parte verso il Po. Con tale metodo sarebbe possibile scolmare una minima quantità d’acqua utile ad abbassare il livello di acqua fino al 40% e per sentirsi più sicuri, basterebbe individuare un’area esondabile in zona. Altro elemento sostanziale di cui in passato si è già parlato è a monte di Colorno, e precisamente tra il Lorno ed il Galasso, dove esiste un’area molto vasta all’incirca di 900.000 mq che si potrebbe utilizzare come area esondabile in caso di necessità. L’alluvione del 2017 deve insegnare e non deve farci commettere gli stessi errori. Se poi si vuole raggiungere un obbiettivo ancora maggiore, si potrebbe intervenire sul tratto fra la chiavica Motta e la chiavica di Sanguigna, che a nostro avviso supera di certo i 10 metri cubi al secondo; intervenendo anche sull’allargamento della chiavica Motta. Ieri durante l’incontro, si è parlato di “pari dignità tra Parma e Colorno”. Cosa purtroppo che non abbiamo visto fino ad oggi con il progetto della cassa di espansione sul Baganza. Un costo di 61 milioni di euro, che siamo sicuri salirà, con soldi destinati alla tutela idraulica di Parma, ma anche di Colorno. Se la cassa è insufficiente per tutelare Colorno, non vi sarà né pari dignità né un corretto uso di denari pubblici. Per ovviare a questo, occorre distribuire esondazioni controllate a valle della cassa. Il gruppo AMO COLORNO
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