Animali abbandonati, dal canile andata e ritorno: a Parma sono tante le rinunce
Alla base due motivi: economico e di un costante impegno quotidiano
Animali da compagnia. Vengono chiamati così, cani e gatti. Che durante il loockdown hanno invaso le case dei parmigiani. Per molti avere un animale significava uscire nel periodo più restrittivo: si poteva solo con un cane, nei primi momenti di loockdown. Per altri davvero c'era il bisogno di condividere la casa con un animale domestico. Molte sono state le richieste di adozione pervenute al canile comunale di Parma, soprattutto durante quei mesi bui che si trascinano dietro la coda infinita di un periodaccio che si sente ancora oggi. Ma tante, diverse sono state le cosiddette rinunce. Alla base che avrebbero portato a queste scelte ci sarebbero due motivi. Il primo è puramente economico: sono in molti quelli che attualmente non riescono a garantire all'animale le cure necessarie. Andare da un veterinario costa parecchio, oggi per tanta gente non è possibile. L'altro motivo è rappresentato dal fatto che prendersi cura di un animale domestico presuppone giustamente un impegno costante e quotidiano, in termini di tempo e di attenzioni. Non volerlo più è stata la ragione che ha spinto diversi proprietari a riportarlo in canile. Troppo semplice.
Contando solo i cani rinunciati, a Parma si sono verificati nove episodi. "Abbiamo avuto in realtà un sacco di richieste di affidamento dei cani durante il periodo pandemico più intenso - spiega Lorenzo Lavagetto, vicensidaco di Parma con delega al Benessere animale -. Dal canto nostro non abbiamo mai superato la soglia ordinaria delle adozioni perché eravamo attenti e consapevoli del fatto che, finito il lockdown, i padroni temporanei avrebbero restituito i cani. Abbiamo deciso di mantenere alta l'attenzione perché abbiamo voluto liberare l'animale dallo stress da adozione. Quindi, da questo punto di vistam il numero per quanto riguarda i cani rinunciati a Parma è rimasto nella norma.
In questo momento siamo a nove cani che sono stati effettivamente rinunciati. Abbiamo contenuto i 'danni' perché il lavoro del benessere animale è un lavoro di prevenzione rispetto al fenomeno della rinuncia e, in ogni caso, siamo stati estremamente attenti". Ma c'è un altro fenomeno che desta preoccupazione, in questo periodo: quello dell'abbandono.
"Per quanto riguarda l’estate - afferma Lavagetto - noi continueremo con la campagna dell' "Io non abbandono" che portiamo avantri da anni. In questo momento abbiamo un numero inferiore rispetto alla media ordinaria di ospiti, quindi sotto questo profilo possiamo essere abbastanza positivi. Possiamo invece ragionar del fenomeno del randagismo che, ovviamente, durante il lockdown è stato difficile controllare proprio perché era impossibile circolare regolarmente quindi anche le campagne di sterilizzazione che conduciamo ogni anno sono state più difficili da perseguire e conseguentemente abbiamo avuto un aumento dei gatti randagi soprattutto. Da questo punto di vista abbiamo poi cominciato lavorare subito insieme di concerto con le associazioni che vanno ringraziate molto per quanto riguarda il lavoro positivo che ci hanno consentito di fare perché abbiamo tamponato la situazione e stiamo rientrando in un ordine di normalità".