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Martedì, 19 Marzo 2024
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Virus West Nile: in regione 25 casi e un decesso

Nelle province al momento più interessate, tra cui Parma, è necessario prestare particolare attenzione ai luoghi frequentati dagli ultrasessantenni, quali ad esempio ospedali, strutture socioassistenziali e luoghi di aggregazione di persone anziane

La lotta alla diffusione del virus West-Nile entra nella fase cruciale. La Regione, vista la circolazione precoce del virus e il rischio di un rialzo dei contagi, coinvolge i Comuni, ricordando quali sono gli strumenti a disposizione: lotta antilarvale, controllo e sostegno alle attività dei privati, interventi straordinari in caso di manifestazioni all’aperto nelle ore serali, manutenzioni dei parchi pubblici.

Nei Comuni più colpiti inoltre saranno effettuati trattamenti adulticidi settimanali fino al 10 settembre negli ambienti frequentati dai più anziani.

Per il Piano regionale di sorveglianza e controllo delle cosiddette “arbovirosi”, la Giunta regionale ha confermato anche per il 2022 il proprio impegno economico, stanziando 1 milione di euro destinato a tutte le Aziende Usl e ai Comuni, che contribuiscono ad attuare sul territorio molteplici azioni per contrastare la diffusione e ridurre la presenza di zanzare comuni e tigre.

La situazione in Emilia-Romagna

Già in giugno il sistema regionale di sorveglianza previsto dal Piano Regionale Arbovirosi 2022 ha evidenziato la circolazione del virus West-Nile nelle zanzare del genere Culex, vettore principale del virus nel territorio regionale, come d’altra parte nel vicino Veneto.

La presenza del virus è stata verificata in zanzare catturate nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara già a partire dall’inizio del mese di luglio, con un anticipo di circa 10 giorni rispetto al 2021.

I dati aggiornati al 12 agosto fanno segnalare 25 casi di forma neuroinvasiva della malattia del West-Nile in Emilia-Romagna. C’è stato purtroppo anche un decesso, registrato dall’Ausl di Ferrara (un uomo di 88 anni). Il trend in crescita è dimostrato dal fatto che nel corso dell’intero 2021 i casi furono 17, nel 2020 furono 5 e nel 2019 furono 3.

Il rischio che la Regione vuole scongiurare è quello di ripetere il dato del 2018, anno in cui si registrò il maggior numero di casi di forma neuroinvasiva di malattia, con 101 casi registrati: anche allora era stata rilevata una circolazione precoce del virus.

La stagione estiva in corso, tuttavia, non è caratterizzata da un’alta densità di popolazione di Culex: dopo un picco raggiunto nella settimana dal 4 al 10 luglio, la presenza delle zanzare è calata fino all’8 agosto, dopo di che il trend è tornato a crescere.

La popolazione di insetti al momento risulta inferiore alla media del quinquennio 2013-2019, ma rimane opportuno tenere alta la guardia soprattutto in virtù del rinvenimento del virus in uccelli e zanzare anche in ambito urbano.

La circolazione virale non è omogenea in tutto il territorio regionale: al 10 agosto i territori più interessati dal fenomeno sono le zone di pianura e pedecollinari delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna.

Cosa si fa per contrastare la diffusione del virus

A tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna il cui territorio si estende nelle zone di pianura e pedecollinari e collinari, è chiesta l’attuazione rigorosa degli interventi di lotta antilarvale che ad essi competono.

Questo vuol dire intensificazione delle attività di controllo, sostegno alle attività effettuate dai privati, programmazione di interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una manifestazione che comporti il ritrovo di molte persone (oltre le 200 presenze) nelle ore serali in aree all’aperto, adeguata manutenzione dei parchi pubblici, con particolare attenzione alla rimozione dei potenziali focolai larvali eliminabili e al trattamento di quelli non eliminabili.

Nelle province al momento più interessate, cioè quelle di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna, è necessario prestare particolare attenzione ai luoghi frequentati dagli ultrasessantenni, quali ad esempio ospedali, strutture socioassistenziali e luoghi di aggregazione di persone anziane.

In queste strutture, qualora siano dotate di spazi verdi circostanti, fruibili dagli utenti nelle ore serali, andranno effettuati trattamenti adulticidi con cadenza settimanale fino al 10 settembre. La malattia, infatti, si manifesta prevalentemente negli ultrasessantenni, con un rischio che aumenta al progredire dell’età e nelle persone con diabete, ipertensione, malattia renale e con patologie che determinano immunodepressione.

Il consiglio per i cittadini, in particolare nelle province interessate da circolazione virale, è quello di proteggersi dalle punture, in particolare di sera e di notte quando è attiva la zanzara comune, applicando repellenti cutanei e adottando gli opportuni accorgimenti in casa utilizzando zampironi, elettroemanatori, zanzariere.

Occorre poi eliminare tutti i possibili ristagni d’acqua e usare periodicamente i prodotti larvicidi: alle zanzare basta poca acqua stagnante per depositare le uova e riprodursi.

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