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Bimba con due madri, i legali: "Il riconoscimento non è mai stato revocato, al centro la tutela del minore"

I legali fanno chiarezza in una conferenza stampa: "La vicenda ha assunto una rilevanza pubblica, soprattutto alla luce del taglio politico che, non per volere nostro, è stato dato alla vicenda"

Bimba con due madri. Continua la battaglia, legale e per i diritti civili, delle due donne parmigiane che, tramite i loro avvocati, hanno deciso di coinvolgere la città per dare vita ad un lotta, sotto il profilo della legittimità legale, per ribadire i contenuti di un riconoscimento, quello della loro figlia di pochi mesi, che per ora è effettivo, non essendo ancora stato revocato. Dopo il rinoscimento da parte del sindaco Pizzarotti la Procura aveva chiesto la revoca dell'atto amministrativo. 

Dopo che il Tribunale di Parma ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Parma, che aveva chiesto la revoca dell'atto amministrativo del sindaco Federico Pizzarotti, la stessa Procura ha avanzato un reclamo alla Corte di Appello di Bologna contro questa decisione. Gli avvocati della coppia della bimba di pochi mesi hano presentato una serie di osservazioni rispetto a quel ricorso, sostenendo la posizione del Tribunale di Parma. 

"Libertà di pensiero, opinione e critica - riferiscono gli avvocati della coppia Andre Molè e Valentina Migliardi- devono essere accompagnati da coerenza; forse per una questione di stile, la Procura sembra affermare diversi principi per poi contestualmente negarli, come ad esempio laddove si afferma che il bene da perseguire sia l'interesse del minore, salvo poi chiedere l'annullamento del riconoscimento. Il ricorso della Procura afferma la rilevanza esclusivamente politica dell'atto di riconoscimento da parte del Sindaco di Parma, accusandolo di voler volutamente utiilizzare l'argomento in partenza, ma facendo a sua volta un intervento di natura prettamente politica". 

I legali passano in rassegna le affermazioni della Procura, contenute in una nota presentata dal Procuratore Capo Alfonso d'Avino insieme al Sostituto Procuratore Umberto Ausiello: "La Procura, che rappresenta, quale parte necessaria nel procedimento civile, l'interesse Pubblcio nelle questioni di Stato, ha assunto una posizione discrezionale di natura politica nell'affermare che "il codice civile parla espressamente di padre e madre senza alcuna possibilità di equivoco" dimenticando che il Codice Civile, aggiornato con le leggi n.54/06 e 219/12, parla anche di genitorialità, concetto cui occorre obbligatoriamente fare riferimento per non creare pregiudizio al minore che di fatto ha due genitori, anche formalmente". I legali poi si chiedono: "Qual'è la posizione assunto in modo sotteso dalla Procura, quindi? Meglio con un genitore piuttosto che con due dello stesso sesso?"

Riconoscimento di due donne come madri di una bimba

La vicenda parte dal riconoscimento da parte del sindaco di Parma Federico Pizzarotti della genitorialità di due mamme: è una delle prime volte in Italia. La bambina è nata biologicamente da una delle due mamme: l'altra madre, unita civilmente alla madre 'naturale', ha riconosciuto la bambina come figlia propria. Non una stepchild adotion, ovvero l'adozione del figlio del partner e nemmeno un'adozione piena. Si tratta di un riconoscimento di genitorialità puro, sia della madre naturale sia della madre che è unita civilmente alla prima.

Cosa dice il Tribunale di Parma 

La Procura, dopo aver ricevuto la notizia dall'Anagrafe ha presentato un ricorso che fa riferimento alla Legge 396 del 2000 che riguarda la  revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile, utilizzando l'articolo 95. Viene contestato il riconoscimento successivo da parte del secondo genitore e iscrive una causa davanti al Tribunale ordinario. Il ricorso dalla Procura della Repubblica è stato dichiarato inammissibile dal Tribunale che sostanzialmente contesta sia la scelta della procedura che il merito. La normativa, essenzialmente, secondo il Tribunale, non era quella da utilizzar

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