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Cinghiali, Rainieri: "Emergenza anche in Emilia-Romagna ma la Regione è inerme"

“È da inizio legislatura che come Gruppo Lega in Emilia-Romagna ci battiamo perché si prenda atto di quella che è una vera e propria emergenza sia per gli automobilisti che per gli agricoltori"

“Il rischio di incidenti con cinghiali e altri animali di grossa taglia, purtroppo anche mortali, è molto alto anche in Emilia-Romagna. Ma la Regione, oltre a non essere stata capace di fermare la proliferazione senza controllo di molte specie di fauna selvatica in questi ultimi anni, è ancora praticamente inerte”. Con queste dichiarazioni il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, è intervenuto sull’allarme cinghiali nelle strade che è particolarmente sentito in questi primi giorni dell’anno dopo il drammatico incidente in Autostrada nei pressi di Lodi in cui è morta una persona e ne sono rimaste ferite altre 10.  

“È da inizio legislatura che come Gruppo Lega in Emilia-Romagna ci battiamo perché si prenda atto di quella che è una vera e propria emergenza sia per gli automobilisti che per gli agricoltori ma dall’amministrazione regionale di Bonaccini siamo riusciti ad ottenere solo iniziative palliative e non risolutive – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – L’Assessore regionale ad agricoltura e caccia Simona Caselli preferisce infatti tenere un atteggiamento attendista rispetto alla concreta possibilità di far aumentare le attività di selezione delle specie di fauna selvatica fuori controllo, in particolare i cinghiali. Si tratta della solita linea ipocrita del PD che non vuole scontentare gli ultra ambientalisti anche quando la loro posizione è assolutamente pericolosa e dannosa. Come ha detto giustamente il Ministro leghista Gianmarco Centinaio occorrono piani di gestione di quelle specie seri ed efficaci. Andrebbero infatti anche valutati veri e propri piani di eradicazione in alcune aree e, comunque andrebbe attuato un monitoraggio costante su tutto il territorio regionale.

Ma questo in Emilia-Romagna non è possibile perché si è dato il via libera ad un Piano faunistico venatorio che non permette di attuare in concreto le misure necessarie ed efficaci per eliminare o perlomeno limitare in modo significativo pericoli e danni. Per consentirle occorreva cambiare la legge regionale sulla caccia (L.R. 8/1994) prima di approvare lo stesso Piano. Solo così infatti si sarebbe potuta permettere l’attività di selezione sui terreni innevati, in notturna e, in caso di necessità, anche nelle aree protette. Inoltre, nella pianificazione di selezione non sono sufficientemente coinvolti gli ATC e i cacciatori specializzati. E non parliamo delle procedure per i risarcimenti dei danni agli agricoltori ed allevatori che rimangono lunghissime”.

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