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Coronavirus, l'appello degli asili privati: "Rischiamo di chiudere"

Parlano una ventina di titolari di servizi educativi per l'infanzia privati di Parma

“Servono interventi diretti per sostenere un’esperienza di elevata professionalità che mette a disposizione di centinaia di famiglie di Parma e provincia un servizio fondamentale che rischia di subire conseguenze pesantissime da quanto sta accadendo”.

A dirlo sono una ventina di titolari di servizi educativi per l'infanzia privati (Asili Nido e Piccoli Gruppi Educativi) del territorio di Parma, che rappresentano circa 70 lavoratrici del settore e con le loro strutture accolgono più di 200 bambini. “Condividiamo e applichiamo le scelte fatte dal Governo – dicono – ma non possiamo nascondere le ricadute sia sulle famiglie sia sulla gestione dei nostri servizi”.

I servizi educativi privati, sono da sempre una realtà operante in stretta collaborazione con le strutture pubbliche del territorio, nel delicato compito di accompagnare la crescita dei più piccoli, spesso in asili di piccole dimensioni come i loro, che fanno capo a piccole imprese. “Senza i nostri servizi – ci tengono a sottolineare le titolari – non troverebbero risposta centinaia di richieste di iscrizioni che non vengono soddisfatte dalle strutture comunali”. 

Il Governo ha deciso, per combattere la diffusione del Corona virus, la corretta chiusura anche dei servizi educativi privati. “Questa scelta, che rispettiamo, - dicono le educatrici - ha determinato però anche la presentazione ai gestori, da parte dei genitori, di richieste di compensazione delle rette per il periodo di chiusura obbligata. Tutto questo, ovviamente, crea moltissime difficoltà economiche alle nostre strutture private, in quanto, nonostante l’inattività forzata, le spese da sostenere (personale, affitto, mutuo, utenze, spese di amministrazione, tasse....) rimangono le medesime”.

Alla fine l'appello: “Ci auguriamo quindi, che la nostra voce venga ascoltata e tenuta in considerazione e che in qualche modo trovi risposta sul territorio comunale, regionale o nazionale, in caso contrario la situazione per diverse di noi potrebbe essere molto complessa da gestire, al punto da non riuscire più a garantire il funzionamento del nostro servizio”.
 

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