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Coronavirus: ecco tutte le nuove regole dopo Ferragosto

Verso una stretta su discoteche e movida selvaggia

Ponta la stretta su discoteche e movida selvaggia. Sembra ormai certo che il governo, in accordo con i presidenti di regione, prenderà provvedimenti per chiudere le sale da ballo. Ad anticiparlo, in un’intervista a "La Stampa", è stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia che si è detto "convinto che dopo Ferragosto si arriverà alla chiusura in tutte le regioni". 

"Monitoriamo la situazione ora per ora - ha spiegato Boccia -. Se serve, numeri del contagio alla mano, riconvoco i governatori domani stesso e rendiamo una decisione, anche immediata. Vediamo". Insomma, il provvedimento che chiude le discoteche potrebbe arrivare anche nelle prossime ore, onde evitare pericolosi assembramenti la notte di Ferragosto. "Con i colleghi Speranza e Patuanelli abbiamo fatto un discorso chiaro alle regioni: le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione. Come sappiamo le regioni hanno una loro autonomia, che hanno anche rivendicato, e quindi si stanno muovendo in ordine sparso. Noi gli diciamo: siete autonomi, assumetevi le vostre responsabilità", ha aggiunto Boccia.

Non è chiaro invece quali provvedimenti l'esecutivo potrebbe prendere per contenere la "movida selvaggia". Secondo quanto riferito due giorni fa dal "Corsera", allo studio dell’esecutivo ci sarebbe un piano per limitare il pericolo di contagio tra i giovani, probabilmente limitando gli ingressi nei locali e rafforzando ulteriormente i controlli. Ma per ora si tratta solo di indiscrezioni.  

Mascherine obbligatorie anche all'aperto?

Tutto dipenderà come sempre dall’evolversi della situazione epidemiologica. Il problema dei contagi ovviamente non riguarda solo la movida. Per questo, sempre stando alle indiscrezioni raccolte dal 'Corsera', se la situazione dovesse precipitare una delle misure che potrebbero essere adottate è quella dell’obbligo di mascherina anche all’aperto. Si tratta di un provvedimento che del resto è già in vigore in alcuni comuni italiani nonché in molte città europee alle prese con una recrudescenza dell’epidemia. Anche in questo caso tuttavia non si sono state prese di posizione ufficiali da parte dell’esecutivo. 

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