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Ristoranti cinesi: clienti dimezzati per la psicosi da coronavirus

Parla Chen Tze, rappresentante della comunità cinese a Parma: "Le persone della nostra comunità hanno paura a viaggiare sugli autobus e sugli altri mezzi pubblici"

La psicosi da coronavirus colpisce anche la comunità cinese di Parma, i commercianti e i proprietari di ristoranti. Mentre a Milano il volume delle perdite giornaliere dei locali cinese viaggia nell'ordine di 200 mila euro al giorno nella nostra città i numeri sono molto minori ma anche nella nostra città le attività gestite da cittadini cinesi, in particolar modo i ristoranti, hanno subito una drastica riduzione di clienti. "Il numero di clienti si è più che dimezzato, soprattutto da quando è uscita la notizia della coppia di turisti cinesi, contagiata da coronovirus, in vacanza in Italia e che ora si trova ricoverata allo Spallanzani di Roma"  ci racconta Chen Tze, un rappresentante della comunità cinese a Parma, che gestisce un negozio di ortofrutta in via Trento: "Le persone della nostra comunità hanno paura a viaggiare sugli autobus e sugli altri mezzi pubblici". Ecco la sua testimonianza a Parmatoday. 

Coronavirus: in che modo state risentendo della psicosi che si è creata?

"Dopo la notizia dei turisti cinesi, che hanno soggiornato in Italia ed hanno contratto il coronavirus abbiamo risentito molto, per quanto riguarda per esempio la ristorazione a Parma dei locali cinesi. Mentre a Milano si parla di perdite nell'ordine di 200 mila euro al giorno a Parma chiaramente il volume è molto minore però in percentuale direi un 50% abbondante".

Vi sentite discriminati? 

"Ci sentiamo discriminati non solo come commercianti: penso più che altro ai ragazzi, agli studenti che vanno a scuola. Io ieri sono andato a portare frutta e verdura ad una signora di Fidenza: lei di solito viene in treno a Parma ma ora ha paura dello sguardo diverso delle altre persone, sui treni e sugli altri mezzi pubblici. Nonostante lei non sia mai tornata in Cina e non sia mai stata a contatto con altre persone vive questa situazione. Anche noi abbiamo paura ma è necessario che la gente sia informata. Visto che non si conoscono ancora le cure la gente ha paura".

Com'è la situazione a Parma? 

"Abito da otto anni a Trecasali, fuori Parma. In paese la gente è più tranquilla perchè vedono pochi cinesi. Quì a Parma la gente ha un altro punto di vista: io ho aperto da circa cinque mesi. Io personalmente non mi sento evitato, ma molti si sentono discriminati. Il figlio di un amico mi ha detto che da quando i due cinesi sono venuti in Italia il preside ha chiamato i genitori per dire che devono stare attenti ai figli, per non dare problemi agli altri. Mi sembra una cosa assurda: cosa possono fare i bambini?"

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