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Coronavirus, come tornare al lavoro in sicurezza? L'Ausl di Parma risponde alle domande

Domande e risposte a cura del Dipartimento di sanità pubblica per i lavoratori e datori di lavoro. In continuo aggiornamento in base alle nuove normative

Cosa deve fare chi rientra al lavoro se è stato positivo al coronavirus, se in quarantena o un caso sospetto di coronavirus? Quali certificazioni servono? Quali sono le principali indicazioni per la tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro?  Il Dipartimento di Sanità Pubblica risponde ai principali quesiti, sulle base delle indicazioni fino ad oggi emanate , utili ai lavoratori e ai datori di lavoro per un rientro in servizio in sicurezza.

Sono positivo al nuovo coronavirus e in isolamento domiciliare: quando posso rientrare al lavoro?

I lavoratori positivi al tampone per Coronavirus (sia ricoverati in Ospedale e dimessi a casa in isolamento domiciliare obbligatorio o sia quelli trattati al domicilio in isolamento obbligatorio) devono, prima di rientrare al lavoro, sottoporsi al doppio tampone, su convocazione del Dipartimento di Sanità Pubblica, per accertare la guarigione.

Due tamponi con esito negativo, effettuati a distanza di almeno 24 ore, certificano la guarigione. In assenza di sintomi, vengono fatti dopo 14 giorni dal tampone positivo, in presenza di sintomi dopo almeno 7 giorni dalla loro completa scomparsa.

A seguito dell’esito negativo dei due tamponi, il lavoratore può tornare in servizio. Il certificato di guarigione è trasmesso tramite posta dal Dipartimento di Sanità Pubblica al lavoratore. Ai fini del reintegro, il medico competente, previa presentazione della certificazione di cui sopra da parte del lavoratore, effettua la visita medica precedente alla ripresa del lavoro per verificare l’idoneità alla mansione” (art. 41, comma 2, lett. e-ter) del D.Lgs. 81/08), nonchè per valutare profili specifici di “rischiosità” e comunque indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia (come previsto dall’allegato 6 del DPCM 26/04/2020).

Si precisa che l'assenza dal lavoro viene giustificata dal medico di medicina generale tramite il certificato INPS (la parte di certificato di malattia per il datore di lavoro non contiene la diagnosi ma 
solamente la prognosi, cioè l'indicazione del numero di giorni di malattia).

Sono asintomatico in quarantena perché contatto stretto di un caso accertato di covid: cosa devo fare per ritornare al lavoro?

Il periodo di quarantena di 14 giorni (ed eventuale suo prolungamento) in assenza di sintomi è definito concluso dagli operatori del Dipartimento di Sanità Pubblica, sulla base della sorveglianza effettuata sul lavoratore.

Il Dipartimento trasmette al lavoratore una specifica comunicazione, la cui presentazione non è rilevante ai fini della riammissione in servizio.

L’assenza dal lavoro viene però giustificata dal Medico curante tramite certificazione di malattia INPS – codice V29 “quarantena”.

Non sono dunque previsti l’effettuazione di tamponi nasofaringei né altri particolari certificati.

Ho una malattia con sintomi riconducibili al coronavirus, ma non mi è stato prescritto il tampone: quando posso rientrare al lavoro?

I casi sospetti – cioè le persone con una malattia respiratoria sospetta COVID, ad esempio una polmonite, diagnosticata clinicamente (es: radiografia o TAC) o con una malattia con sintomi riconducibili a COVID ma senza alcun accesso a strutture sanitarie, a cui non sono stati fatti i tamponi che accertano la positività – non sono seguiti dal Dipartimento di Sanità Pubblica ma dal Medico di Medicina Generale che rilascia il certificato di malattia INPS.

È sempre il medico curante a stabilire i tempi della guarigione. Al termine della malattia il lavoratore  potrà tornare in servizio senza bisogno di presentare al datore di lavoro alcuna certificato specifico e senza la necessità di fare il tampone.

Si precisa che al momento non esistono indicazioni specifiche per l’effettuazione dei tamponi, al di fuori dei casi previsti dalla Circolare ministero della salute n 11715 del 03/04/2020, e pertanto non è prevista l’effettuazione del tampone ai lavoratori che rientrano al lavoro e ai quali è stata ipotizzata una infezione da COVID-19. Si ricorda comunque l’obbligo di adottare le misure di prevenzione previste dall'Allegato 6 del DPCM del 26/04/2020.

Sono assente per matallia con sintomi non correlati al coronavirus: devo richiedere una particolare certificazione per tornare al lavoro?

L’emergenza COVID-19 non ha modificato la normale modalità di emissione, trasmissione dei certificati di malattia e di riammissione al lavoro. È sempre il Medico di Medicina Generale che stabilisce i giorni di assenza in base alla malattia riscontrata e trasmette un certificato per via telematica all’INPS.

Il lavoratore quindi non deve esibire una certificazione medica che attesti che la causa dell’assenza non è da imputarsi al COVID-19

Sono positivo al coronavirus, il mio datore di lavoro ne verrà informato?

Il Dipartimento di Sanità Pubblica, tramite il medico competente, informa il Datore di Lavoro nel caso in cui da un indagine epidemiologica su un caso di COVID-19, accertato con tampone, risulti necessario rintracciare i contatti stretti all’interno dell’azienda.

Al contrario, se dall’indagine non dovesse risultare alcun contatto all’interno dell’azienda (es.: il lavoratore diventa sintomatico durante un assenza per ferie di diversi giorni), il Dipartimento di Sanità Pubblica non effettuerà alcuna comunicazione.

Chi posso contattare in caso di dubbi?

Puoi contattare il tuo Medico di famiglia.

Oppure puoi contattare il numero 0521 396436 dell'Ausl di Parma, attivo da lunedì a venerdì 8.30-13/14-18 e sabato 8.30-13.

Dove posso trovare le principali indicazioni per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid 19 negli ambientii di lavoro?

Nell'Allegato 6 del DPCM del 26/04/2020. Il documento contiene linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e fornisce indicazioni operative finalizzate a incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure di precauzione adottate per contrastare l’epidemia da Coronavirus.

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