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Crédit Agricole di Parma: i dipendenti senza Green pass non possono entrare in mensa 

La Fisac-Cgil contesta la norma: "Non abbiamo nulla contro il Green Pass ma non possiamo accettare l'introduzione di logiche punitive o sanzionatorie"

Da oggi, nelle sedi di Parma e Piacenza di Crédit Agricole, chi è sprovvisto del Green pass dovrà mangiare fuori dai locali della mensa, durante la pausa pranzo. La decisione "è stata comunicata ai dipendenti", inizialmente "tramite l'altoparlante" degli uffici, per poi essere confermata ufficialmente dalla banca ai sindacati, fa sapere Fisac-Cgil. E così, i lavoratori della sede Green life di Parma, di via Poggiali e del Campus di Piacenza che non possono esibire la certificazione, da oggi dovranno consumare il proprio pasto all'esterno dei locali ristorazione, ai quali non avranno accesso.

Una misura che la Fisac-Cgil non digerisce, visto che gli ingressi in azienda sarebbero già "regolamentati" dal gruppo bancario stesso: "A tal proposito- recita una nota della Fisac nazionale- è utile ricordare che i locali occupati da Cir Food (la società di ristorazione che opera nella sede parmense, ndr) sono di proprietà della banca e la mensa è all'interno della banca, non in luogo pubblico e gli accessi al sito complesso sono già ampiamente regolamentati dal gruppo". Nel piacentino, poi, addirittura sarebbe stata "prevista la sola possibilità di asporto", con o senza Green pass, continua la nota.

Il sindacato, dal canto suo, ribadisce che alla base del problema c'è "l'interpretazione forzata" data dal Governo al decreto 105 del 23 luglio, secondo la quale le mense vanno equiparate agli altri esercizi di ristorazione, per i quali vige la norma del Green pass e degli accessi contingentati. "Se passa questa interpretazione della norma- sancisce Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil- di fatto si introduce un controllo sanitario dei lavoratori. Inaccettabile. E poi chi dovrebbe fare il controllo del Pass? Le lavoratrici delle mense che dipendono da aziende esterne? Follia".

La decisione di Cgil di contestare l'introduzione dell'obbligo di Green pass per accedere alla mensa nelle sedi parmensi e piacentine di Crédit Agricole, chiarisce il sindacato, si unisce peraltro all'invito "che Cgil fa a tutti i lavoratori a vaccinarsi". Il sindacato ribadisce che "non ha nulla contro il Green Pass ma non può accettare l'introduzione di logiche punitive o sanzionatorie".

La questione, insomma, ruota intorno a un punto semplice, esposto ancora una volta dalla nota di Fisac-Cgil: "Se è vero quanto dicono e che la stessa nostra azienda sostiene e cioè che i posti di lavoro sono sicuri in conseguenza ai protocolli sulla sicurezza sottoscritti con il distanziamento, lo smart working, i turni differenziati, la sanificazione, l'uso delle mascherine, allora nessuno può sostenere che i locali possano costituire luoghi di diffusione del virus". Insomma, una posizione simile a quella già presa dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che in un intervento del 9 agosto aveva invitato il governo a non cercare "maniere surrettizie" per ottenere l'obbligo di vaccino. "Se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio- analizzava allora il segretario- lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo". Fisac, si legge in chiusura del comunicato, conferma "alle colleghe e ai colleghi" di essere "in prima linea" in questa battaglia, per cui è pronta ad attivare i propri delegati in azienda. (Agenzia Dire) 


 

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