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Da oggi c’è l’app quickmuseum per visitare il seminario vescovile di Bedonia

L’obiettivo è avvicinare nuovi visitatori e accoglierli nel modo più adeguato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Da oltre un secolo il Seminario di Bedonia è un punto di riferimento per la formazione spirituale e per la divulgazione della cultura in Val di Taro, grazie ad una prestigiosa storia lunga oltre un secolo che continua a rinnovarsi ed evolversi. Dal mese di maggio infatti la prestigiosa istitu- zione ha fatto un importante passo nell’innovazione, con l’obiettivo di rendere sempre più interessante l’esperienza dei visitatori che vogliono scoprire i segreti e la storia di quest’oasi di cultura, immersa nel verde del parco di Colle San Marco, in provincia di Parma. Grazie alla collaborazione della startup parmigiana Arternative e al contributo della Fondazione Cariparma, da qualche settimana i visitatori del Seminario possono arricchire la loro esperienza di visita scaricando gratuitamente l’app QuickMuseum. L’app mette a disposizione degli ospiti percorsi di visita personalizzati, piccoli giochi a quiz, mappe e audio- guide che raccontano non solo la storia del Seminario, ma anche piccoli aneddoti e curiosità. “Le audioguide ora sono in lingua italiana e inglese – spiega Alessandro Gallo, fondatore di Arternative – ma a breve saranno disponibili anche nel linguaggio dei segni, oltre a nuovi con- tenuti come i versi degli animali, per dare vita ai diorami presenti nel museo”. Il Seminario Vescovile di Bedonia custodisce infatti un cospicuo patrimonio culturale. Oltre alla Basilica e all’Antico Santuario ospita un’importante pinacoteca, una biblioteca con un patrimonio bibliografico che va dal XVI secolo ai giorni nostri, un museo di scienze naturali, un museo archeologico, un planetario e un archivio fotografico. È visitabile gratuitamente, previa prenotazione. “Formazione spirituale e culturale sono sempre stati i due poli che hanno caratterizzato la vita del seminario – spiega Don Lino Ferrari, rettore del Seminario – La scelta dell’applicazione va in questa direzione perché nasce con l’obiettivo di avvicinare nuovi visitatori e di accogliere nel modo migliore chi arriva in visita, anche quando non c’è la presenza di qualcuno che possa fare da guida.”

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