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Distacco transnazionale dei lavoratori: l'Ateneo capofila del progetto "Step Up PROTECTION"

Iniziativa di ricerca con quattro Atenei europei, organizzazioni sindacali e datoriali e autorità ispettive

 È stato presentato questa mattina all’Università di Parma il progetto internazionale Step Up PROTECTION, in tema di distacco transnazionale dei lavoratori.

Alla conferenza stampa sono intervenuti il Rettore Paolo Andrei, il coordinatore del progetto Enrico Gragnoli, Professore ordinario di Diritto del lavoro al Dipartimento di Giurisprudenza, Studî politici e internazionali e, da remoto, Alessandro Millo e Francesco Gattola, Direttori rispettivamente dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Bologna e di Parma-Reggio Emilia.

Step Up PROTECTION – Stepping up the European cooperation and communication among Public & Private organizations for the PROTECTION of posted workers’ rights, questo il nome completo del progetto, è coordinato dall’Università di Parma e finanziato dalla Commissione Europea (European Union Programme for Employment and Social Innovation - "EaSI" – Progress Axis) per 547.360 euro, di cui 142.882 destinati a Parma. Vi partecipano altri quattro Atenei europei (Università Cattolica Portoghese di Porto, Università di Granada, Università di Vilnius, Scuola nazionale di studi politici e amministrativi di Bucarest), organizzazioni sindacali e datoriali e le autorità ispettive di ciascun Paese coinvolto, con l’obiettivo di verificare il reciproco impatto fra le ultime strategie regolative europee e i comportamenti imprenditoriali, nonchè il ruolo concreto svolto dagli organi ispettivi.

L’idea di Step Up PROTECTION prende le mosse dai recenti interventi del legislatore europeo in materia di distacco transnazionale: interventi finalizzati a migliorare ed uniformare l’applicazione della Direttiva 1996/71/CE e ad impedire e contrastare, anche mediante una attività di vigilanza mirata ed efficace, le pratiche illecite poste in essere da quelle imprese che traggono indebito o fraudolento vantaggio dalla libera prestazione di servizi sancita dall’art. 56 TFUE nel mercato comunitario. Proprio la finalità di impedire pratiche elusive costituisce il punto qualificante delle riforme introdotte dalle più recenti direttive europee n. 67 del 2014 e n. 957 del 2018, a completamento del modello di protezione volto a garantire l’applicazione al prestatore di opere di alcuni istituti propri dell’ordinamento del Paese di destinazione.

In questa stessa ottica deve leggersi anche il futuro ruolo che andrà a svolgere l’Autorità Europea del Lavoro.

Il progetto si propone di verificare i vincoli applicativi e le tecniche di controllo della disciplina nazionale e comunitaria, il loro grado di effettività nel mondo produttivo, e il ruolo e le criticità in concreto riscontrate dagli organi ispettivi (anche nella cooperazione con Stati membri dell’Unione diversi dall’Italia). Questa dialettica fra imprese e organismi ispettivi impegnati ad assicurare il rispetto della nuova disciplina europea rappresenta, dunque, lo scenario in cui si inserisce l’approfondimento (anche in una prospettiva comparata) che, partendo da una valutazione sistematica delle direttive e della loro trasposizione a livello nazionale, cercherà di comprendere come sono, o saranno, concretamente attuate e applicate nei differenti Paesi membri.

Questi i principali obiettivi:

analizzare i comportamenti più diffusi di violazione della disciplina europea rispetto alla regolazione oggi vigente, affinché possano esservi proiezioni sui rischi di trasgressione alla luce della più recente direttiva 957 del 2018.
analizzare la disciplina di recepimento della direttiva europea 957 del 2018 (approvata con d.lgs. n. 122/2020, che modifica il d.lgs. n. 136/2016), affinché, sulla base di quanto emerge dalla ricognizione empirica, si possano valutare le soluzioni o le proposte dei singoli ordinamenti nazionali rispetto all’obiettivo di garantire un adeguato livello di effettività della disciplina comunitaria
identificare e promuovere meccanismi e strumenti che assicurino la più ampia informazione dei lavoratori e dei datori di lavoro (in particolare nel settore metalmeccanico) - sia nel Paese di origine sia in quello nel quale vengono rese le prestazioni - su diritti e obblighi, anche sperimentando iniziative divulgative sui punti cruciali della normativa nazionale e comunitaria
attivare un percorso formativo transnazionale rivolto alle autorità pubbliche competenti e alle parti sociali, per illustrare la nuova disciplina in materia di distacco transnazionale, gli strumenti tecnici a disposizione nonché il ruolo e le funzioni che saranno svolte dall’Autorità Europea del Lavoro
analizzare quale sia l’impatto complessivo e quali siano le potenziali conseguenze dei fenomeni di trasgressione e valutare se questi possano incidere non solo sull’attuazione della disciplina europea in materia di distacco transnazionale e sul raggiungimento dei suoi obiettivi di protezione dei lavoratori, ma persino sulla competizione fra imprese, creando indebiti e pericolosi vantaggi per coloro che trasgrediscono alle indicazioni dell’ordinamento europeo.

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