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"Emergenza abitativa dopo la pandemia: persone costrette a vivere in ogni angolo abbandonato della città"

Rete Diritti in Casa: "Le poche case popolari esistenti sono del tutto insufficienti: i pochi alloggi ancora disponibili sono assegnati con il rallentatore e troppi rimangono ancora vuoti in attesa di ristrutturazione"

Degrado, emergenza abitativa ed emarginazione sociale. Se il problema del degrado, legato sopratutto ai fenomeni di spaccio, è presenti in molti quartieri della città il problema dell'accesso all'abitazione resta irrisolto, soprattutto dopo la fine del blocco degli sfratti. Nelle ultime settimane ci sono stati casi di sgombero di persone che vivevano all'interno di luoghi degradati, come per esempio i sotterranei dell'Ospedale Maggiore. 

"Negli ultimi giorni sui mezzi di comunicazione locali - si legge in una nota della Rete Diritti in Casa - si sono moltiplicate le segnalazioni di quelle che sono descritte come situazioni di degrado della città A partire dal Teatro dei Dialetti, passando per negozio sfitto in via Piccinini, i sotterranei del Padiglione Centrale dell’ospedale maggiore per arrivare all’ex Mulino di Vicofertile, abbiamo assistito a una serie di descrizioni di sporcizia, abbandono, puzza, uso improprio di spazi, vita randage (sic) ecc, in cui la presenza di esseri umani che vivono in questi luoghi diventa un dettaglio della narrazione.

Tutti gli articoli sonno orientati a descrivere il disgusto che i cittadini possono provare nel vedere queste situazioni. Possibile che neanche a un giornalista o a un redattore sia venuto in mente che il disagio, l’emarginazione e il dolore lo provano innanzitutto coloro che sono costretti a vivere in queste condizioni? Il fatto che si cerchi riparo ovunque, anche nei posti più degradati, per passare la notte senza morire assiderati dovrebbe suonare come campanello d’allarme per tutti, a partire dalle istituzioni per arrivare alla cittadinanza. Il fatto che tante persone siano costrette a vivere in alloggi improbabili ricavati in ogni anfratto abbandonato della città è indice del fatto che di alloggi veri per tante persone in situazione di necessità, non ce ne sono. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una moltiplicazione degli alloggi adibiti ad affitto temporaneo per turisti, mentre tanti altri alloggi sono vuoti in attesa di affittuari facoltosi. Il mercato privato cerca solo di accaparrarsi le rendite più alte possibili. Dall’altra parte le poche case popolari esistenti sono del tutto insufficienti: i pochi alloggi ancora disponibili sono assegnati con il rallentatore e troppi rimangono ancora vuoti in attesa di ristrutturazione. Per questo, sempre più persone vivono in modo disumano. Spesso si tratta di persone che un lavoro ce l’hanno ma con salari che rendono impossibile accedere a case ad affitto di mercato.

Le situazioni di emarginazione segnalate dai giornali, che sono solo una parte del fenomeno, dovrebbero far avviare un dibattito che metta al centro la questione della crisi abitativa. E’ ora che anche giornalisti e redattori la smettano di solleticare gli istinti più retrogradi dei lettori e che inizino ad affrontare le questioni nella loro complessità e, non ultimo, tenendo conto del fatto che coloro che vivono in certi luoghi degradati sono esseri umani, in estrema difficoltà". 

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