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Sicurezza, i gruppi di controllo del vicinato: "Torniamo a parlarci tra vicini di casa: l'attenzione dei cittadini può fare la differenza"

Il presidente Giovanni Battista Mascitti e il consigliere Francesco Guatelli sui temi della microcriminalità: "La nuova amministrazione ci sta supportando molto e crede nell'azione sociale dei gruppi. Siamo assolutamente contro le ronde, facciamo solo segnalazioni: ce ne arrivano tantissime legate al disagio giovanile"

"Sicurezza partecipata e sviluppo del senso di comunità per tornare a parlare con i vicini di casa e fare prevenzione contro i reati legati alla microcriminalità. L'attenzione dei cittadini può fare la differenza". L'associazione gruppo controllo del vicinato conta oggi circa 2.800 cittadini aderenti, divisi in 46 gruppi dislocati nei quartieri e nelle frazioni del Comune di Parma. Giovanni Battista Mascitti, presidente dell'Associazione gruppo controllo vicinato Aps e il consigliere Francesco Guatelli ci raccontano come avviene l'attività di controllo, da parte dei singoli cittadini, e cosa pensano del tema della sicurezza e dell'insicurezza percepita dai parmigiani. "Siamo assolutamente contro le ronde, facciamo solo segnalazioni: ce ne arrivano tantissime legate al disagio giovanile"

Quale è il ruolo dei gruppi di controllo del vicinato all'interno delle nuove politiche per la sicurezza nei quartieri? 

Giovanni Battista Mascitti: "E' nato il progetto Legalità e coesione al San Leonardo che speriamo vada a buon fine: sono anni che parliamo di sicurezza partecipata e più vicina al territorio. Tutti i giorni come gruppi di controllo del vicinato non facciamo altro che vivere il territorio e cercare di conoscere meglio i nostri vicini e aiutarci reciprocamente per capire cosa succede intorno a noi. Conoscendosi si possono individuare meglio gli elementi estranei. Se la polizia locale ci assicura una maggiore presenza sul territorio siamo più contenti perchè entra nei problemi veri della città, negozio per negozio e porta per porta. Il nostro scopo è fare prevenzione, non facciamo assolutamente interventi". 

Francesco Guatelli: "Sotto il cappello della sicurezza partecipata c'è anche l'aspetto della comunità: stiamo partecipando ad una serie di incontri con la polizia locale e con Betania per cercare di stimolare la cittadinanza ad una maggiore collaborazione e vicinanza. In questo modo entriamo nel mondo dei giovani, anche per cercare prevenire situazioni di disagio giovanile. Ci arrivano tantissime segnalazioni legate al disagio giovanile, oltre a quelle per il deterioramento degli oggetti nello spazio pubblico. Sembra quasi che usciti di casa le cose comuni non ci interessino. Don Valentini durante una conferenza ci ha detto che da giovane aveva rotto alcuni lampioni con dei sassi e che quando era arrivato a casa suo padre sapeva già tutto. E' una battuta ma in realtà il senso di comunità riguarda anche il fatto che se mio figlio è coinvolto in qualche episodio di questo tipo lo vengo a sapere subito"

Quali compiti svolgono, nel concreto, i cittadini che fanno parte dei gruppi di controllo del vicinato?

Giovanni Battista Mascitti: "I 46 gruppi, che diventeranno 50 a breve, hanno un referente che gestisce gli aderenti della propria zona. Gli aderenti hanno il compito di segnalare situazioni di potenziale pericolo. Se vedono una persona o un'auto sospetta lo segnalano al referente che si prende carico di queste segnalazioni e le valuta. Se la questione si può risolvere semplicemente in loco (es. avvicinare una persona cha sta scattando foto alle case chiedendole chiarimenti) bene, se invece c'è per esempio un'auto sospetta vengono riportati tutti i dati alla polizia locale, per aiutarla ad intervenire. C'è una chat che collega tutti i referenti e da qui partono le segnalazioni alla polizia locale. Osservare, guardare e comunicare. Per le situazioni di pericolo imminente  chiamare subito 112 e 113"  

Francesco Guatelli: "L'altro aspetto è quello del vicinato, ovvero organizzare degli incontri per parlare di quello che sta accadendo, cosa è stato fatto e come possiamo migliorare in un'ottica di aiuto reciproco. Studiamo dei modi diversi per poterci incontrare: al Montanara abbiamo creato un gruppo di scambio libri, un modo per portare le persone in punti dove si possa dialogare" 

Quanti sono i gruppi a Parma e quante persone aderiscono? 

Giovanni Battista Mascitti "I gruppi sono 46 in evoluzione e contano su 2.800 aderenti. Ci sono gruppi grossi, con un centinaio di persone, e gruppi più piccoli. Cerchiamo di favorire quelli più piccoli: se voglio fare un controllo del vicinato efficace non posso essere a due chilometri dal vicino. Abbiamo fatto un incontro con Acer per poter delegare i capiscala dei condomini come referenti dei gruppi di vicinato. E' un ottimo lavoro: abbiamo delle realtà come Largo Mercantini dove ci sono sei condimini che hanno un referente con un vice referente per condominio". Si conoscono tra di loro e sanno benissimo quando c'è qualcuno di estraneo che entra. Poi si aiutano l'uno con l'altro anche per contrastare i tentativi di truffa agli anziani. Aumenterà il numero di gruppi, più che il numero di aderenti"

Quali i progetti attivi con il Comune e con gli altri Enti?

Francesco Guatelli: "Ci sono diversi progetti in itinere: giornate specifiche in quartiere, giornate per la sicurezza e il progetto con la comunità Betania e il Comune di Parma. La nuova amministrazione ci sta supportando molto e crede nell'azione sociale dei gruppi di controllo del vicinato. Abbiamo fatto un progetto con Ancescao sulle truffe. Lamentiamo la poco partecipazione, a questi incontri, da parte della popolazione. Spesso si arriva sempre dopo, quando il fatto - il furto, la truffa o il problema di criminalità giovanile - è già successo. Una popolazione più attenta può fare la differenza. Siamo tutti volontari e non abbiamo nessuna sovvenzione, se non alcuni sponsor che finanziano per esempio le stampe dei materiali. Tutti gli aderenti ai controlli di vicinato sono liberi cittadini e chiunque può aderire, dall'operaio all'ingegnere". 

Giovanni Battista Mascitti: "Abbiamo bisogno di molta comunicazione, stiamo lavorando con ll Comune e la polizia locale per il progetto con la comunità Betania: ci saranno dieci appuntamenti in dieci zone di Parma. Questo ci permette di entrare in contatto con le associazioni sportive e le parrocchie. Vogliamo coinvolgere anche le famiglie: stiamo già raccogliendo nuove adesioni. Quando siamo partiti ci chiamavano sceriffi ma noi siamo contro le ronde: è la prima cosa che scriviamo nei nostri statuti. Stiamo lavorando insieme all'assessore De Vannna e al delegato alla Legalità Daniele Stefanì e alla Regione per arrivare a dedicare una giornata specifica al controllo del vicinato". 

C'è stata un evoluzione rispetto al tema della sicurezza a Parma, quali sono i quartieri più a rischio microcriminalità? 

Francesco Guatelli: "I quartieri più pericolosi, da questo punto di vista, sono quelli già attenzionati dalle forze dell'ordine e dalla pubblica amministrazione, dal San Leonardo alla Cittadella e le frazioni per i furti. Dopo il Covid la gente è iniziata a uscire di casa e i furti sono aumentati. E' aumentata la sfrontatezza: abbiamo visto furti in casa con le persone dentro. Tenendo conto che un ladro se vuole entrare entra è possibile fare alcune azioni per prevenire i furti. Manca il senso di collaborazione sociale sul territorio. Sono successi un paio di episodi eclatanti: alcune persone hanno dichiarato di avere visto dei ladri entrare in casa, e fare anche molto rumore, ma di non essere intervenuti perchè non era la loro abitazione" 

Giovanni Battista Mascitti: "A Roncopascolo sei-sette anni fa eravamo disperati: avevamo subito una cinquantina di furti in tre-quattro anni. A quel punto ci siamo uniti, abbiamo iniziato a conoscerci e abbiamo formato il gruppo. Abbiamo installato 30 telecamere e devo dire da sei anni a questa parte non abbiamo subito più nessun tipo di furto"

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