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Fornovo, scatta l'allarme per il gambero 'killer' nel parco del Taro

E' stato visto e fotografato da un'escursionista: gli esperti dei Parchi del Ducato lo hanno identificato come il gambero della Louisiana, pericoloso per la biodiversità e gli argini

Un'escursionista ha incontrato il gambero rosso della Louisiana mentre si trovava nella zona del Parco Fluviale del Taro.  Il cosidetto "gambero killer" che può essere pericoloso per la biodiversità e gli argini. 

Il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è un crostaceo d'acqua dolce, dalla lunghezza massima di 15-20 cm. Il carapace ha una caratteristica colorazione rossa, arancione o bruno-rossastra. E' una specie molto prolifica: le femmine producono fino a 600 uova per volta ed inoltre è capace di adattarsi a condizioni climatiche estreme, in quanto è caratterizzata da notevole flessibilità ecologica e comportamentale (caratteristiche tipiche di specie aliene invasive di grande successo). La specie è originaria del Nord America, dove è diffusa nella parte sudorientale degli Stati Uniti e nord-orientale del Messico. Nel mondo è stata introdotta a scopo di allevamento in America centrale e meridionale, in molte parti dell'Africa (tra cui Kenya e Sudafrica), Cina, Giappone, Filippine, Taiwan, ed Europa. E' attualmente considerato il gambero di fiume più diffuso al mondo. In Italia questa specie è stata introdotta a partire dal 1989 in Toscana vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione.

Sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato, la specie ha colonizzato quasi tutta l'Italia, grazie alla sua capacità di spostarsi fuori dall'acqua anche per diversi chilometri. Vive in diversi ambienti, è molto adattabile ed è può occupare tutte le zone d'acqua dolce, compresi canali, fossi di drenaggio, laghi, stagni, paludi e varie zone umide a carattere stagionale. Non disdegna fiumi e torrenti, soprattutto con acque correnti lente. L'Unione Europea lo ha classificato tra le 50 specie esotiche invasive che minacciano la nostra biodiversità.

I danni causati da questa specie sono principalmente: la destabilizzazione degli argini provocata dalle attività di scavo nei canali di drenaggio e di irrigazione nonché nelle risaie, il suo comportamento molto aggressivo la porta a competere con successo per lo sfruttamento delle risorse alimentari con gli altri gamberi di fiume nativi (ad esempio il gambero di fiume autoctono Austropotamobius pallipes). Può causare altri stravolgimenti legati alla diffusione di malattie e parassiti, ad esempio è un vettore della peste del gambero, può predare anfibi e altri invertebrati, mettendone a rischio la sopravvivenza delle specie autoctone, Può contribuire alla riduzione della presenza di vegetazione nelle zone umide. Al momento la gestione della specie è molto problematica, essendo ormai pressoché impossibile l'eradicazione, ma solo il contenimento in piccole aree e l'attività di prevenzione.

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