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Gestione organizzativa dell’ospedale maggiore, il punto della UIL-FPL

La segreteria: "I conti non tornano"

Si apprende della chiusura del servizio “Centro Tamponi” in ragione della “drastica riduzione del numero di tamponi effettuati al centro tamponi aziendale che rende la attuale organizzazione costosa e inefficace […]. Il servizio “Centro Tamponi” istituito in Azienda Ospedaliera Universitaria, durante le ripetute ondate pandemiche, è stato uno dei punti nevralgici nell’azione di sorveglianza e controllo epidemiologico sul Covid 19. Questo servizio ha erogato numerosissime prestazioni (più di 250 al giorno) sia ai cittadini che ai dipendenti per due anni e mezzo. Con la chiusura dello stato di emergenza pandemica posta al 31 dicembre del 2022 dal Governo centrale, l’attività del Centro Tamponi si era già drasticamente ridotta.

Praticamente per almeno quattro mesi lo stesso personale (ben 12 operatori) è stato impiegato nella gestione di appena una ventina di tamponi al giorno. “Proviamo a fare due conti.”, dice il Segretario Generale UIL-FPL- "Se ogni infermiere è costato ai contribuenti circa 50 euro al giorno tra tute e mascherine, oltre a circa 100 euro al giorno di paga: mi domando quanto sia potuto costare ogni tampone allo Stato?” Quindi è stato il ritardo nel decidere la chiusura del servizio ad aver determinato le condizioni organizzative costose e inefficaci. Si deve aggiungere poi che fonti attendibili riferiscono di un ordinativo, disposto dal responsabile del Centro Tamponi, di migliaia di unità di materiali e dispositivi di protezione richiesti poco prima della chiusura definitiva del servizio. Una risorsa materiale inspiegabile, pari al quantitativo annuo utilizzato durante la pandemia, oltre che incomprensibile rispetto alla prevista chiusura dello stesso del servizio. “Frattanto la Direzione aziendale”, dichiara il Segretario Generale della UIL-FPL Biagio Ambra,” lamenta che mancano soldi per assumere il personale necessario per garantire i bisogni dei cittadini". 

"Forse affermare che servono soldi”, continua il Segretario Generale UIL-FPL,” serve a non contare quelli che si buttano? Oppure serve a nascondere le disfunzioni, la disorganizzazione, l’uso improprio di risorse o, ancora peggio, l’incapacità di governo di questa Direzione?”. “A nostro avviso, come rappresentanti dei Lavoratori, riteniamo che il caso “Centro Tamponi” sia un esempio emblematico di gestione costosa e inefficace delle risorse pubbliche che rasenta i termini del ridicolo”. Il Direttore Generale continua a dire che la Regione Emilia Romagna ha imposto il blocco delle assunzioni e di non sostituire i lavoratori posti in pensione o trasferiti. “Allora qualcuno ci spieghi come mai gli ospedali di Piacenza, Modena, Ferrara e persino la stessa Ausl di Parma stanno assumendo”, continua il Segretario Generale UIL-FPL, “mentre l’Azienda Ospedaliera di Parma non ha nemmeno chiamato i primi vincitori di concorso delle varie graduatorie. La cosa grave è che l’azienda ospedaliera, avendo già una graduatoria aperta, continua a partecipare ai concorsi in forma aggregata con le già citate aziende, e in alcune Parma è addirittura capofila e, nonostante i costi, di assunzioni non se ne vedono". Come costoso, inefficace e impraticabile è diventato l’obiettivo di unificare le due aziende: resta infatti ancora aperta la questione circa le modifiche di legge necessarie perché avvenga una reale integrazione delle due aziende. D’altra parte si assiste al tentativo di Unificazione che al momento comporta già un costo per il compenso a un direttore incaricato del  Coordinamento Provinciale Unico dei Presidi Ospedalieri della provincia di Parma, il cui compito sarà persuadere i professionisti a spostarsi sui tre ospedali Maggiore di Parma, Vaio di Fidenza e Santa Maria di Borgotaro.

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