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Ucraina e psicosi “nucleare”, nelle farmacie di Parma richieste in forte aumento per le pillole allo iodio

Il dottor Bruschi della farmacia Ponte Dattaro: "I cittadini ci chiamano continuamente". Il presidente dell'Ordine dei medici di Parma: "Non è una soluzione"

“Chiamano continuamente in farmacia, non ti dicono neanche perché ma noi non siamo scemi e capiamo perfettamente perché ci chiamano”. Il dottor Enrico Bruschi, della farmacia Ponte Dattaro di via Montanara, nei giorni immediatamente successivi allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, ha notato un aumento delle richieste di iodio. E non è l’unico farmacista ad ammetterlo.

Anche a Parma si sta diffondendo la psicosi per un rischio di guerra nucleare. Dovesse esplodere un ordigno atomico, ponendo il caso di non finire vaporizzati e di sopravvivere all'onda d'urto, resterebbe il terrore delle conseguenze radioattive. Mai come in questi giorni l'ipotesi della guerra nucleare compare in telegiornali e talk show, vuoi per sminuirne la reale probabilità, vuoi per indicarla come strategia bellica. Fatto sta che molti hanno riesumato ricordi di chenobyliana memoria. Anche per quanto riguarda le pastiglie di iodio.

“Tutti ovviamente arrivano bene o male informati, dipende come e dove si informano. Devo dire - spiega il dottor Bruschi - che sono comunque abbondantemente informati sulla questione. Alcuni ammettono di navigare sui vari siti Internet, sanno che lo iodio è una sostanza obbligatoria che dobbiamo detenere in farmacia ma evidentemente non sanno che si tratta di una sostanza velenosa. E’ vero che non la dobbiamo tenere obbligatoriamente in farmacia, serve per varie soluzioni, ma è vero anche che se tu mi chiedi dello iodio, non posso dartelo se non dietro la prescrizione del tuo medico. Deve ovviamente essere idonea al tuo peso, alla tua età eccetera. Si tratta di una cura che avrà una durata di 30 giorni ed eventuale occorre somministrare qualcosa che sarà sempre associato allo iodio”.

“Non è una soluzione - dice Pierantonio Muzzetto, presidente dell’ordine dei medici di Parma - quella della corsa allo iodio. Per il rischio nucleare non vi sono assolutamente le situazioni favorenti una terapia in tal senso e in ogni caso ogni terapia effettuata non può essere lasciata alla decisione del singolo. E’ opportuno che non ci sia assolutamente ricorso a nessun tipo di medicamento che non abbia una ragion d’essere ma soprattutto clinica. Laddove ci fossero delle situazioni di difficoltà oggettive indicate dagli esperti, saranno gli stessi esperti e gli specialisti a darne indicazione sul come comportarsi e, dove sia necessario assumere farmaci, quali e quanti farmaci assumere per avere una protezione. Che non si crei assolutamente il panico per situazioni che non esistono assolutamente”.

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