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'Guido Picelli, la mia divisa': i ricavi della vendita del libro donati al popolo curdo

Il Centro studi movimenti e Comitato Agosto 1922, a un mese dalla presentazione pubblica del libro, hanno deciso di donare più di mille euro alla Rete Kurdistan

Da che parte starebbe oggi Picelli? L’eroe delle Barricate antifasciste che tanto rendono orgogliosi i parmigiani (o almeno chi tra questi conosce quella storia) forse farebbe fatica ora a trovare una posizione, una parte della barricata per cui valga la pena combattere. Anche se si strattona ancora la sua memoria come una stelletta da appuntarsi sul petto, oggi non troverebbe posto facilmente un comunista e uomo d’azione quale lui è stato, resistente prima ancora della Resistenza. Né nella sua Parma adesso
sonnecchiosa né, più in generale, in questa Italia politicamente stordita.

Eppure, nel 2022, a cent’anni di distanza dal capolavoro politico per cui è ricordato, chiedersi da che parte starebbe oggi Picelli nell’anniversario della morte, avvenuta il 5 gennaio del 1937 mentre combatteva i fascisti di Franco in Spagna, ha un valore non solo provocatorio. Le barricate di Parma del 1922 raccontano di una comunità unita e solidale che lotta contro chi vuole spezzarla, nonostante sia male armata, in inferiorità numerica schiacciante e nonostante le scarse possibilità di successo.

A ben vedere, oggi, non sono purtroppo poche le comunità costrette alla stessa lotta, contro un’oppressione simile e per certi versi peggiore di quella che i nostri bisnonni hanno conosciuto un secolo fa. Un esempio, che negli ultimi anni è emerso in modo eclatante, è quello del popolo curdo, la cui resistenza armata in Rojava (ma non solo) è un capolavoro politico, basato su un ideale di democrazia nel senso più autentico della parola: l’emancipazione femminile, l’ambientalismo e l’uguaglianza sociale sono pratiche concrete e non concetti astratti, buoni solo per le campagne elettorali. E allora, forse, questa è una possibile risposta alla nostra domanda: Guido Picelli oggi starebbe probabilmente dalla parte del popolo curdo, a lottare contro più nemici, in inferiorità numerica schiacciante e nonostante le scarse possibilità di successo.

È il motivo per cui come Centro studi movimenti e Comitato Agosto 1922, a un mese dalla presentazione pubblica del libro, abbiamo deciso di donare alla Rete Kurdistan gli introiti (oltre mille euro) delle vendite de La mia divisa. Scritti e discorsi politici di Guido Picelli, curato da William Gambetta e pubblicato dalla BFS edizioni di Pisa. Un filo rosso lungo un secolo lega in un unico ideale storie apparentemente diverse: a cent’anni da quell’episodio che ci rende orgogliosi, ci sono ancora comunità unite e solidali da sostenere. E delle barricate per cui è facile scegliere da che parte stare.

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